venerdì, 22 Novembre 2024
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Moda, inflencers e nuove tendenze

Creativi sì, ma attenti alle cuciture. L'intervista ad Alessandro Bertini, direttore dell’Istituto Modartech di Pontedera, la realtà che forma professionisti dell’abbigliamento e della calzatura

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Cosa significa essere un designer di moda nel millennio in cui tutti sembrano essere stilisti di se stessi, e ad inventare nuove tendenze ci pensano sempre più spesso personaggi pubblici come Chiara Ferragni, la regina delle influencer?

Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Bertini, direttore dell’Istituto Modartech di Pontedera, realtà che forma professionisti dell’abbigliamento, della calzatura e che, di moda, se ne intende. 

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Bertini, i social network danno l’impressione che tutti possano diventare degli stilisti e che non servano necessariamente qualifiche e competenze. È davvero così?

No, al contrario, per essere davvero competitivi oggi bisogna essere ancora più preparati, perché altrimenti ci si “perde nel mucchio”. Un vero designer deve avere cultura, inventiva, fantasia e una grande dose di preparazione tecnica. Deve sapere esattamente come si crea una collezione: dal disegno al dettaglio.

Un giovane stilista non può permettersi di non sapere come si fa una cucitura o come si realizza un modello. Si troverebbe le porte del mondo del lavoro sbarrate. È più importante la fantasia o il saper fare?

I grandi stilisti del passato – penso a Coco Chanel e Valentino, a Yves Saint Lauren e Ferragamo – ci dimostrano che sono entrambi ingredienti imprescindibili e che sono ugualmente importanti.
Bisogna aver sempre contezza di come mettere in pratica un’idea, così si manifesta la vera vena artistica.

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In un mondo del lavoro così complicato, c’è spazio per i ragazzi che oggi sognano un futuro nella moda?

C’è sempre più bisogno di persone che sappiano far bene il loro lavoro, di professionisti in grado di pensare e realizzare prodotti non solo belli ma anche performanti. Sono le aziende a chiederlo, e i numeri ce lo dimostrano. L’87% dei ragazzi che frequenta il nostro istituto trova lavora entro sei mesi dalla fine del percorso di studi. E questo perché abbiamo deciso di puntare il nostro sistema formativo su un mix giustapposto di artigianalità, cultura – grazie ad un corpo docente altamente specializzato – e introduzione all’uso dei più moderni strumenti tecnologici.

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