Andrea Di Salvo, in arte il benzivendolo, non avrebbe bisogno di presentazioni. Amato, conosciuto, stimato da tutto l’ambiente del calcio dell’hinterland fiorentino e da tutti quelli che hanno avuto il piacere di scambiarci due chiacchiere.
Andrea lavora in piazza Alberti da quasi 30 anni. Sua moglie, Francesca, era una cliente ma adesso fa la benzinaia insieme a lui ed hanno costruitoinsieme una famiglia numerosa, felice e sorridente. Il calcio è la sua grande passione. Allenatore, lavoratore instancabile e grandissimo tifoso della Fiorentina.
Della squadra gigliata è un guru: conosce la storia, giocatori vecchi e nuovi, comprese le dirigenze che si sono susseguite. Segni particolari? Una barba rossa inconfondibile che taglierebbe solo in caso di vittoria della Fiorentina…“Per questa stagione non posso tagliarmela – sorride Andrea -, è andata male a 360 gradi”.
Ti riferisci anche ai tifosi?
“Avremmo potuto investire a gennaio 2016 sul mercato quando eravamo secondi a un punto dall’Inter, ma non è stato fatto. Difficile capirne le motivazioni. Da quel momento, in assenza di veri leader che sapevano parlare anche alla società, ci siamo divisi: chi sostiene che son meglio loro a rispetto a proprietari stranieri, chi si ricorda delle Coppe alzate. Io c’ero quando abbiamo vinto le Coppe Italia e la Supercoppa, vorrei vedere vincere ancora qualche trofeo prima che il Signore mi voglia con sé”.
Sousa?
“Di fficile capire cosa gli sia successo, a me ha detto una mattina che sì è fermato a fare benzina
che era di fficile lavorare in quel modo. In che modo? Non si sa. Ci sono state tante incomprensioni
tecniche e tattiche in questa stagione. Col Borussia, con tre gol in vantaggio, bastava rimettere Sanchez nel suo ruolo e coprire gli esterni e invece…”
In conclusione?
“Quest’anno non siamo voluti arrivati nelle prime cinque, ma io non mi arrendo. Sempre forza
viola!”.