Bugiardo, irriverente, a tratti drammatico, tuttavia anche sensibile e passionale: così ce lo ha fatto conoscere Carlo Collodi nel suo romanzo tra i più letti al mondo. Ma la mostra “Enigma Pinocchio” attualmente in corso a Firenze, nelle stanze di Villa Bardini, è molto di più.
50 opere tra sculture in legno, ferro, cartapesta, dipinti, bronzi, foto e video provenienti dai più grandi musei internazionali e da molte collezioni private, “intercettate” da Lucia Fiaschi – curatrice della mostra – per capire i misteri del burattino più famoso al mondo e interpretarne il simbolismo delle opere presentate da alcuni dei tanti artisti che lo hanno indagato per poi realizzarne insolite declinazioni.
Da Giacometti a LaChapelle
Sono 7 le sezioni della mostra che raccontano le mille sfaccettature di questo straordinario personaggio nato come protagonista letterario sullo scorcio dell’Ottocento ma qui “manipolato”, fino a fargli superare l’insuperabile. Ma chi è veramente Pinocchio? Una straordinaria invenzione, metafora di ogni possibile metafora, toscano e universale allo stesso tempo.
Non è una marionetta, né un burattino: «È una creatura simbolica – spiega Lucia Fiaschi – è tutto ciò che potrebbe essere ma non è. Non è un bambino, non è vivo ma non è neanche morto, è un pezzo di legno a cui cresce il naso, straordinario ma inquietante allo stesso tempo. Appartiene al nostro tempo poiché la nostra è una società fluida, inafferrabile e nessuna creatura è più sfuggente di Pinocchio. È tutto e il contrario di tutto. Ho voluto realizzare una mostra “aperta” ideata volutamente per suggerire percorsi alla propria interiorità. Non esiste un messaggio specifico, ognuno osserverà, capirà, entrerà in dialogo col proprio Pinocchio. Una sorta di sfida, insomma».
Pinocchio a Villa Bardini, la mostra fiorentina
La prima sala dell’esposizione è dedicata alla metamorfosi, che fa di un pezzo di legno non solo un burattino senza fili, ma anche una figura universale, traslazione della condizione umana. La mostra prosegue poi ponendo il visitatore in un percorso che è lo specchio del viaggio compiuto da questa creatura collodiana in oscillazione tra ingenuità e furbizia, autonomia e soggezione e, infine, tra morte e vita. Anche Walt Disney, dopo mesi di lavoro attorno a questa allegoria, si accorse che il “suo” Pinocchio doveva essere altro, non certo quello cupo e miserevole della tradizione toscana, ma un fanciullo gaio e birichino che noi tutti immaginiamo.
Icona universale
Molte le opere di Venturino Venturi tra sculture, disegni e dipinti che questo straordinario artista ha dedicato alla figura di Pinocchio in quanto personaggio sempre molto presente nella sua immaginazione (già nel 1953 vinse un concorso nazionale per la realizzazione di un monumento a Pinocchio per il parco di Collodi) e che in questa mostra fanno quasi da fil-rouge con le opere contemporanee presenti, mostrandoci un burattino-uomo sempre diverso soprattutto nella lettura del suo messaggio. E così Giacometti, LaChapelle, Munari, Paladino, Calder, Ontani e altri ancora hanno fatto di Pinocchio l’interprete delle inquietudini della contemporaneità, l’icona del nostro tempo, afferrando tutta la sua natura metaforica.
“Enigma Pinocchio”, biglietti e quando l’entrata è gratis
La mostra Enigma Pinocchio a Villa Bardini è curata da Lucia Fiaschi e da lei stessa ideata insieme ad Ambra Nepi, prodotta e organizzata da Generali Valore Cultura, Fondazione CR Firenze e Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron con il coordinamento del Gruppo Arthemisia, in collaborazione con Unicoop Firenze. Si svolge fino al 22 marzo 2020 con orario 10.00 – 19.00, dal martedì alla domenica. I biglietti costano 10 euro (intero) e 5 euro (ridotto).
Un’occasione unica per tornare in questa villa e godere ancora del suo splendido panorama, sfruttando le giornate ad ingresso libero previste in calendario: 1, 2 e 3 novembre;26 ottobre, per l’anniversario della morte Collodi; 24 novembre, per ricordare la nascita Collodi, 8 dicembre per l’Immacolata, 26 dicembre per Santo Stefano, 5 e 6 gennaio, 14 febbraio, 8 marzo, 19 marzo per la festa del papà e 21 marzo, ultimo sabato di apertura mostra.