Oggi seminascosta tra i cantieri limitrofi, la chiesa di San Donato in Polverosa, in via di Novoli, cela un passato antico, carico di storia e leggende. Si racconta che la sua costruzione risalga all’anno 1000, quando una principessa pagana giunse nelle terre ancora vergini alle porte di Firenze: una volta abbracciata la fede cristiana, la fanciulla decise di costruire la sua residenza in quell’area, insieme a una chiesa e a una torre.
La storia della chiesa
Nel 1187 il sultano dei turchi di Siria Salahaddin, meglio noto come Saladino, abbatté il regno di Gerusalemme ed entrò nella Città Santa. La conquista musulmana del Santo Sepolcro spinse l’Occidente verso la terza crociata, organizzata sotto il pontificato di Clemente III, che designò come legato apostolico Gerardo, vescovo di Ravenna.
Fu così che, il 2 febbraio del 1187, Gerardo consacrò la chiesa di San Donato in Polverosa, indicando l’edificio come luogo di partenza per i crociati fiorentini. In memoria dell’evento rimane oggi la festa patronale della chiesa, celebrata ogni anno il 2 febbraio, giorno dell’antica consacrazione.
Intorno al 1239, il monastero venne concesso ai Frati Umiliati, che vi portarono l’arte della lavorazione della lana, sfruttando la grande quantità di acqua a disposizione. Dopo quasi vent’anni, la proprietà passò alle Monache Agostiniane di Santa Cristina, e nel 1322 fu ceduta alle monache del monastero di Santa Maria Maddalena delle Convertite.
San Donato in Polverosa alla ricerca del suo “cuore”
Queste ultime vi restarono fino al 1809, anno che segna la soppressione degli istituti religiosi operata dai francesi: lasciato dai nuovi proprietari, il monastero fu comprato dal principe Nicola Demidoff, che vi costruì la sua residenza, mentre la chiesa fu riaperta al culto solo negli anni ‘60. Durante il decennio del “miracolo italiano”, don Franco Bencini, parroco dal 1963 al 2003, si dedicò alla ricostruzione, materiale e spirituale, della nuova parrocchia.
“Grazie all’opera di Bencini la chiesa è divenuta un punto di riferimento del quartiere, recuperando la sua antica funzione sociale e spirituale – spiega padre Giuliano Riccadonna, attuale parroco della chiesa di San Donato in Polverosa – le attività oggi sono numerose, dai centri estivi per i ragazzi fino al doposcuola, passando dal sostegno domiciliare verso gli anziani. Mi auguro che presto, nei prossimi mesi, la chiesa possa riavere la piazza antistante, in particolare il suo ingresso centrale, chiuso per via dei lavori – conclude – grazie alla riapertura dell’ingresso principale, la parrocchia ritroverebbe il suo cuore”.