sabato, 15 Febbraio 2025
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Nuove regole per affitti brevi e Airbnb: come ottenere il codice Cin

Dall'estintore ai rilevatori di monossido di carbonio fino all'obbligo di esporre il codice identificativo. Le norme per affittare casa ai turisti sono cambiante. Chi sgarra rischia multe da 800 a 8.000 euro

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Dal 1° gennaio 2025 sono entrate in vigore le nuove regole per gli affitti turistici brevi, compreso l’obbligo di ottenere il Cin, il Codice identificativo nazionale, da parte di chi gestisce strutture ricettive e locazioni turistiche anche brevi, come gli Airbnb. La novità, prevista dalla legge 191 del 2023, è stata sperimentata nella seconda metà dell’anno scorso e ora è entrata a pieno regime. L’obiettivo è stilare una “Banca Dati nazionale delle Strutture Ricettive e degli immobili destinati a locazione breve o per finalità turistiche”, in una sigla BDSR. Per richiedere il Cin, da pubblicare negli annunci e da esporre all’esterno dell’alloggio, si devono dotare le case e gli appartamenti di estintori e di rilevatori di gas e monossido di carbonio, anche nel caso di affitti brevi. Previste multe per chi sgarra.

Cos’è e chi deve richiedere il Codice Cin per gli affitti brevi: le nuove regole

Le strutture ricettive e i proprietari che destinano i loro immobili alla locazione turistica o agli affitti brevi inferiori ai 30 giorni sono obbligati a ottenere il Codice identificativo nazionale (Cin). La finalità è censire a livello italiano gli affitti brevi e gli Airbnb, per cercare di “governare” questo fenomeno e combattere le locazioni abusive.

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Gli stessi utenti, sul portale del Ministero del Turismo, possono controllare l’esistenza di un Cin, per evitare truffe. Già alcune città, come Firenze, sono corse ai ripari introducendo regole per gli affitti brevi tra polemiche e ricorsi.

Chi vuole dare in affitto la propria casa anche per brevi periodi, senza esporsi al rischio di multe, deve richiedere il Cin e registrarsi al database nazionale, comunicando i dati catastali e rispettando le nuove regole.

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Il codice Cin, spiega il Ministero del Turismo sul suo sito, è obbligatorio per:

  • I titolari o gestori delle strutture turistico-ricettive alberghiere ed extralberghiere, compresi gli agriturismi;
  • Chi affitta case a uso abitativo destinate a contratti di locazione per finalità turistiche;
  • Chi affitta unità immobiliari ad uso abitativo destinate alle locazioni brevi (anche i cosiddetti Airbnb).

Anche chi ha già un codice regionale dovrà ottenere quello nazionale. Airbnb, in seguito all’obbligo di registrazione presso il Ministero del Turismo, ha comunicato che rimuoverà gli annunci sprovvisti di Cin.

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Come ottenere il Codice Cin per gli affitti brevi e gli Airbnb

Per richiederlo è necessario collegarsi alla piattaforma del Ministero del Turismo dedicata alla Banca dati BDSR e accedere con Spid o Cie. Poi è possibile visualizzare i dati relativi alle strutture collegate al proprio codice fiscale, cliccare su “dettaglio scheda”, integrare le informazioni e segnalare eventuali modifiche, per ottenere un codice identificativo. Per le strutture turistiche e gli alloggi turistici le informazioni vengono recuperate dai sistemi dei codici identificativi regionali.

Se non si è censiti è possibile cliccare sul tasto “Segnalazione struttura mancante” e il sistema invierà una comunicazione al sistema regionale per procedere all’aggiornamento dei dati. Dopo l’email di notifica dell’assegnazione sarà possibile scaricare sempre dall’area riservata della banca dati il pdf del Cin, con tanto di numero di protocollo.

Per ottenere il codice Cin, anche per gli affitti brevi e gli Airbnb, è necessario rispettare alcune regole. In particolare le unità immobiliari devono essere dotate di rilevatori di gas e monossido di carbonio (se sono presenti impianti a gas) oltre a mettere a disposizione estintori portatili funzionanti e controllati periodicamente (uno per ogni 200 mq e per ogni piano, capacità estinguente minima non inferiore a 13A e carica minima non inferiore a 6 kg o 6 litri). Questo vale anche se si affitta una sola stanza. Gli impianti dell’abitazione, inoltre, devono essere a norma.

Per dubbi è richieste è attivo un call center: telefono 06.164169910 (dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18), mail [email protected]; [email protected]. Sul sito del dicastero ci sono le risposte ai dubbi più frequenti sul Codice di identificazione nazionale.

Le multe per chi non lo espone

Una volta ottenuto, il codice Cin va esposto all’esterno dell’abitazione e riportato negli annunci. In questo modo anche gli utenti potranno proteggersi da raggiri, controllando online sul sito del Ministero del Turismo la veridicità di un annuncio inserendo il Codice identificativo nazionale nella barra di ricerca.

La banca dati BDSR è stata attivata lo scorso il 1° settembre 2024, ma le multe per chi non segue le regole ed è privo del Cin sono scattate dal 1° gennaio 2025. Le sanzioni vanno da 800 a 8.000 euro se si è privi del Codice identificativo nazionale, mentre partono da 500 e possono arrivare fino a 5.000 euro se non si espone all’esterno o non si indica in ogni annuncio. Discorso diverso per le cassette con combinazione per le chiavi: alcune città stanno vietando le keybox (come Firenze). A livello generale il Viminale ha chiarito che l’identificazione degli ospiti va fatta di persona e non a distanza, di fatto escludendo il cosiddetto “self check-in”.

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