martedì, 23 Aprile 2024
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Aja, sentenza choc: “La Germania non dovrà risarcire le vittime dei nazisti”

La Corte internazionale dell'Aja ha bloccato le indennità alle vittime italiane dei crimini nazisti. "Violano l'immunità legale della Germania".

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La Germania non dovrà risarcire le vittime italiane degli eccidi nazisti. Lo ha deciso la Corte internazionale dell’Aja. E’ una sentenza storica, che fa clamore in una regione come la Toscana, che da Sant’Anna di Stazzema a Civitella, nell’Aretino, ha vissuto sulla propria pelle stragi e crimini nazisti di particolare ferocia.

LA BATTAGLIA LEGALE. Secondo l’Aja, le richieste di indenizzo dell’Italia a Berlino violano l’immunità legale internazionale ottenuta dalla Germania per i crimini commessi dal nazismo. Lo ha spiegato il giudice Hisashi Owada nel corso di un’udienza pubblica all’Aja. La battaglia legale era scoppiata alla fine del 2008: Berlino presentò un ricorso contro la sentenza della Corte di Cassazione italiana che aveva riconosciuto ai familiari delle vittime dei crimini nazisti il diritto a ricevere indennizzi individuali da parte della Germania (anch’essa un precedente storico, poichè sanciva per la prima volta il diritto per le vittime delle stragi naziste ad essere risarcite nell’ambito di un procedimento penale). In particolare la sentenza riguardava la strage compiuta dai nazisti il 29 giugno 1944 in provincia di Arezzo a Civitella, Cornia e San Pancrazio, in cui furono trucidate 203 persone, tra cui tanti bambini, donne e anziani.

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LA SENTENZA. 80 minuti è durata la lettura della sentenza. La Corte dell’Aja ha accolto tutti i punti del ricorso presentato da Berlino. All’Italia è stato riconosciuto di non aver rispettato l’immunità della Germania.  La Corte inoltre  ha richiesto alla giustizia italiana di non  pronunziare più sentenze su simili casi. Prima dell’Italia, nessun altro Paese al mondo aveva mai intentato cause di risarcimento nei confronti della Germania in ottemperanza alla clausola dell’immunità giurisdizionale. Il contenzioso tra Roma e Berlino ha portato all’iscrizione di un’ipoteca giudiziaria su Villa Vigoni, centro culturale italo-tedesco in provincia di Como.

‘VERGOGNA’.  La sentenza dell’Aja è una “vergogna” secondo Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-Federazione della Sinistra. “E’ una sentenza vergognosa, calpesta la memoria delle vittime del nazismo, il valore della Resistenza partigiana, la Storia. Non rende giustizia non solo alle vittime e ai loro familiari ma soprattutto si configura come un precedente simbolicamente indelebile. Il governo italiano non ha nulla da dire?” dice Ferrero in una nota.

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ORA DIALOGO CON BERLINO. La risposta arriva dal ministro degli esteri, Giulio Terzi. “L’Italia – dice il capo della Farnesina – ‘rispetta” la sentenza emessa oggi dalla Corte dell’Aja anche se i suoi contenuti non coincidono con le sue posizioni e al tempo stesso intende proseguire ad affrontare insieme alla Germania tutti gli aspetti che derivano dalle dolorose vicende della Seconda Guerra Mondiale”.

IL SINDACO. “Quello che più ci interessava era ottenere giustizia e riconoscere i colpevoli dell’eccidio: traguardo che abbiamo ottenuto con la sentenza della Corte di Cassazione del 2008”. Sono parole del sindaco di Civitella, Ginetta Menchetti. Quanto ai risarcimenti, il sindaco ricorda che il Comune non si era costituito parte civile. “Ci limitiamo a prendere atto della sentenza della Corte”, afferma.

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I FAMILIARI. “Sono felice per questa sentenza, perchè sul sangue versato non si specula”. A parlare è Ida Balò, presidente dell’Associazione “Civitella Ricorda”. Suo padre fu ucciso dai nazisti nell’eccidio del 29 giugno ’44. “Quello che interessava all’Associazione che presiedo era fare giustizia, riconoscere i colpevoli della strage e ricostruire quanto accaduto il giorno dell’eccidio. Giustizia ce l’ha data la sentenza del 2008. Di più non ci interessa. Non abbiamo mai pensato di chiedere i danni per speculare sul nostro stesso dolore”. La sentenza dell’Aja scatena qualche polemica in paese: l’Associazione punta il dito contro i singoli privati che hanno fatto la richiesta danni allo stato tedesco.  “L’unico riconoscimento che come Associazione avremmo potuto chiedere – spiega Balò – è un simbolico aiuto alla Germania per rimettere in sesto la nostra statua ai Caduti. Invece alcuni privati hanno deciso di chiedere i danni per il dolore, ma il dolore per quello che è accaduto non può essere mai ripagato”.

 

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