giovedì, 25 Aprile 2024
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Alla Leopolda il weekend dei “rottamatori”

Parte stasera alle 21,15, alla stazione Leopolda, la tre giorni di "Prossima fermata Italia", meglio conosciuta come la "convention dei rottamatori". Renzi: "Il nostro obiettivo è confrontarci su quello che serve all’Italia e su come ridare dignità alla parola politica. Che non è una parolaccia, anche se non sembra". Tanti i cittadini e i politici attesi.

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Stazione Leopolda, ore 21,15, parte la “convention dei rottamatori”. Che in realtà si chiamarebbe “Prossima fermata Italia”, ma che ormai è conosciuta con questo nome. Iniziativa che andrà avanti per tre giorni, fino a domenica 7 novembre.

CONFRONTO. “Abbiamo detto in tutte le salse che il nostro obiettivo è confrontarci su quello che serve all’Italia e su come ridare dignità alla parola politica. Che non è una parolaccia, anche se non sembra. Per questo giocheremo sulle parole. Anziché il tavolo dei moderatori sul palco, ci sarà una postazione consolle a fianco. E l’incontro sarà condotto come se fosse una lunga diretta radio. Ciascuno dei relatori partirà da una parola: il proprio contributo all’iniziativa. Fisco, merito, qualità, welfare, tagli, sogni, passione, onestà, ambiente, lavoro, precari, università, educazione, impegno e l’elenco potrebbe continuare. Da quella parola ciascun relatore partirà per dire la sua. Su ogni parola, proposta, idea sarà possibile dibattere non solo intervenendo, ma anche partecipando alla discussione che faremo in tempo reale dalla consolle e su facebook, smessaggiando, contestando, controproponendo”, spiega il sindaco di Firenze Matteo Renzi.

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PROGRAMMA. “Sabato si parte alle 9 precise del mattino e si va avanti fino a serata inoltrata con lo stesso schema: non una lunga liturgia congressuale, ma una sorta di non-stop radiofonica dal vivo. Alla sera si va avanti fino allo sfinimento. La domenica mattina per chi soffre di insonnia o per chi ha saltato la Maratona di New York solo per stare con noi, un gruppo di ardimentosi va a correre alle Cascine, il parco accanto alla stazione Leopolda. L’appuntamento è alle 7.00: chi se la sente si porti le scarpe da casa. Alla Leopolda si parte alle 9 precise. L’ultima parola della giornata la dirà Pippo intorno alle tredici, quando scatterà il rompete le righe. E chi vorrà potrà andare a vedere il secondo tempo di Fiorentina-Chievo, che è la vera, drammatica concomitanza organizzativa”, continua Renzi.

SUL PALCO. “Possono parlare proprio tutti? Sì, proprio tutti. L’unica eccezione, sarà fatta per le nipoti di un qualsiasi presidente egiziano qualora siano nate dopo il 1990 cui impediremo di parlare se non vengono accompagnate dall’igienista dentale o a scelta dall’igienista mentale. Si può parlare di tutto? No, è democraticamente proibito parlare delle recentissime divisioni tra dalemiani e veltroniani, un fatto inedito, un’autentica novità della politica italiana. Diciamo che è democraticamente proibito parlar male dei leader della sinistra. Meglio non parlarne proprio e concentrarci sull’Italia che vogliamo. Un’Italia che sta aspettando il nostro entusiasmo”, conclude il sindaco di Firenze.

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PARTECIPANTI. Tanti i cittadini attesi alla tre giorni, così come i politici (con varie eccezioni, a partire da Bersani), anche se di inviti ufficiali a personaggi non ne sono stati fatti, non sarebbe stato nello stile con cui è nata la convention. Tutto è cominciato con le picconate settembrine del primo cittadino di Firenze in direzione del suo stesso partito, o meglio, dei soliti noti del Pd, quelli che hanno fatto della politica un mestiere e hanno passato gran parte della vita ben accomodati su una qualche poltrona. “Pensano di offenderci chiamandoci ‘giovanotti’ – aveva scritto Renzi su Facebook – ci accusano di essere sfasciacarrozze, ci fanno la caricatura rappresentandoci come pierini dispettosi perché abbiamo avuto il coraggio di dire che ‘loro’ hanno già dato tutto quello che potevano dare. Hanno già avuto la loro occasione, l’hanno sfruttata come abbiamo visto, adesso tocca ad altri”.

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