10mila euro. E’ il prezzo che stranieri clandestini, per lo più cinesi abitanti a Prato, hanno pagato per ottenere il permesso di soggiorno grazie a finti datori di lavoro.
FERMATA ORGANIZZAZIONE CRIMINALE. A scoprire l’ organizzazione criminale specializzata in false regolarizzazioni di stranieri è stata la squadra mobile di Pistoia che stamattina ha eseguito 13 ordinanze di custodia cautelare: sette persone sono finite in carcere, sei sono agli arresti domiciliari e altre sei sono già state arrestate durante le indagini.
L’INCHIESTA DOUBTFIRE. L’inchiesta, chiamata “Doubtfire”, è partita nel marzo 2010, dopo che una donna si è presentata in prefettura a Pistoia per una pratica di regolarizzazione di un cinese come colf e alla richiesta di ulteriori chiarimenti e documenti, avrebbe alla fine ammesso che le erano stati promessi mille euro se si fosse prestata ad interpretare la parte del datore di lavoro.
SETTANTA COLF E BADANTI FASULLI. Da accertamenti presso la banca dati del ministero dell’Interno, la polizia è poi riuscita a risalire all’IP del computer dal quale era stata inserita la pratica, risultato in uso a uno studio commerciale di Monsummano Terme, con sede anche a Prato. Ulteriori ricerche hanno stabilito che dallo studio erano state inserite circa 70 pratiche analoghe per colf e badanti che sarebbero risultate tutte fondate su rapporti di lavoro inesistenti.
IMPLICATI COMMERCIALISTI E CLANDESTINI. Riguardo all’organizzazione, per l’accusa, i commercialisti si sarebbero avvalsi della collaborazione di alcuni cinesi residenti a Prato che facevano da collegamento per gli stranieri da regolarizzare, nonché di quella di alcuni italiani residenti in Valdinievole, che provvedevano a procurare i finti datori di lavoro e a fornire loro la falsa documentazione necessaria per preparare la pratica.