Lo abbiamo imparato a scuola, è una legge della natura: non sopravvive il più forte, ma chi si
adatta meglio ai cambiamenti. Lo sa bene chi lavora nel mondo dell’informazione da qualche anno (e chi lavora in generale, almeno negli ultimi 10 anni): chi non si evolve, corre il serio rischio di estinguersi. Tanto semplice da capire, quanto arduo da attuare, in un mondo che cambia a ritmo sempre più serrato.
A Il Reporter ci stiamo provando, lo vedete anche dall'ultimo numero del mensile. Mentre lo chiudevamo in redazione, adattando spazi e articoli a un nuovo formato e a un nuovo taglio, non ho potuto fare a meno di riflettere su un altro fattore che ci salverà e ha salvato fin qui l’umanità dall’estinzione: il branco. O per meglio dire, nel nostro caso, la squadra.
Molte volte negli ultimi due mesi, da quando ho intrapreso questa avventura a Il Reporter, ho pensato che questo progetto non avrebbe potuto vedere la luce senza un team di persone appassionate per il proprio lavoro e affezionate alla testata. Quelle persone hanno abbracciato con entusiasmo il nuovo Reporter, si sono adattate al cambiamento senza battere ciglio, hanno messo in campo nuove idee e nuove energie per rinnovare il giornale e la nostra presenza sul web.
Non è sempre facile accettare la sfida di mettersi in gioco. Ma abbiamo il dovere di provarci, se vogliamo evitare di estinguerci. Farlo con entusiasmo, però, non è obbligatorio. E per questo mi sento di ringraziare tutto lo staff che ci ha messo l’anima e il sorriso.
Credo che trapeli dalle pagine del giornale e che possa contagiare chi lo legge, in una stagione – meteorologica ma non solo – che di sorrisi ha più bisogno che mai.