domenica, 19 Gennaio 2025
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Giglio, la nave si è mossa di 60cm. Preoccupano le condizioni meteo

Nel corso di un'audizione alla commissione Lavori pubblico del Senato, Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e commissario delegato del Governo all'emergenza, ha dichiarato che ci vorranno dai sette ai dieci mesi per la rimozione della Concorda dai fondali dell'Isola del Giglio. Intanto Schettino resta ai domiciliari.

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La Concordia in 26 giorni, dal 13 gennaio, si è spostata di 60cm complessivi. Un dato che inizia a destare molte preoccupazioni poichè il gradino successivo potrebbe essere quello dell’inabissamento totale. Ma un altro elemento che preoccupa, sono le condizioni meteo sfavorevoli che hanno portato, oltre al gelo, anche raffiche di vento molto forti che non sono ‘salutari’ per la stabilità del relitto. E, come conseguenza al vento, le onde hanno raggiunto il metro. In queste condizioni tutte le operazioni non potranno esser riprese prima di domenica o lunedì.

RIMOZIONE DEL CARBURANTE. Le condizioni meteomarine sono avverse. La ricerca subacquea per questo motivo, è stata interrotta. Inoltre la nave sta subendo delle modificazioni e gli ambienti interni, in c’è di tutto, non sono sicuri per il lavoro dei ricercatori. Per quanto riguarda il piano per il recupero del carburante la Costa “collabora, non c’è stato bisogno di solleciti o intimazioni. La compagnia è preoccupata di non aggravare la sua immagine con un eventuale disastro ambientale. C’è un pool italo-olandese di esperti che sta lavorando, ma purtroppo le condizioni meteo non consentono di procedere. Tutto è stato comunque predisposto: ci sono sei serbatoi che contengono il 67% del carburante; poi ce ne sono altri nove in una parte meno facilmente raggiungibile che contengono un altro 17% e, infine, c’è il 16% nelle sale macchine e questo è il più complicato da recuperare”, ha dichiarato Gabrielli. I parametri delle acque che circondano il relitto sono a norma, anche se non sono quelli di un’acqua cristallina. Al momento non vi è neanche alcun rischio per l’ambiente. Ma ha anche dichiarato che “non siamo in grado di definire i tempi in cui le operazioni di svuotamento partiranno e mi auguro possano svolgersi in condizioni di temperature come quelle attuali per operare in condizioni di sicurezza”. Il ministro ha specificato che se la temperatura aumentasse, “sarebbe più elevato il rischio di dispersione” del carburante nell’ambiente.

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RIMOZIONE DEL RELITTO. Ieri, nel corso di un’audizione alla commissione Lavori pubblici del Senato, Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e commissario delegato del Governo all’ emergenza, ha dichiarato che serviranno dai sette ai dieci mesi per la rimozione della Concordia “é un tempo ottimistico e prevede il sezionamento dello scafo, che è più facile della rimozione. Ma è un dato da prendere con le molle, la situazione é molto complessa, occorre verificare la condizione della fiancata appoggiata sul fondale”. Gabrielli ha riferito agli isolani, in merito alla rimozione del relitto, che ”questo è un caso unico, non esiste in letteratura una situazione come quella della Costa Concordia, sia per dimensioni della nave che per modalità di rimozione del relitto. Chi parla di venti giorni o tre mesi dice cose assolutamente fuori luogo e infondate”. Costa, ha aggiunto, “ha proposto un capitolato di gara alle dieci società mondiali più attrezzate per questo tipo di interventi dando loro quattro settimane di tempo. Al termine il committente si prenderà due settimane per valutare le proposte ed entro il 31 marzo sarà sottoscritto il contratto con la società vincitrice”.

MAI PIU’ NAVI NELLA LAGUNA DI VENEZIA. In commissione Lavori pubblici del Senato, Clini fa sapere anche che grazie a un progetto da realizzare poco fuori il Lido di Venezia, le grandi navi passeggeri non entreranno più nella Laguna di Venezia. Le navi, ha detto, approderanno a una “stazione marittima appena fuori il lido di Venezia, nella zona di Pellestrina, dove è stata realizzata un’infrastruttura importante in cemento armato per il montaggio delle paratie del Mose”. Clini ha inoltre dichiarato di aver sollecitato il ministero delle infrastrutture, la Guardia Costiera e le Capitanerie di porto affinche il sistema di sicurezza della navigazione venga esteso anche nell’Alto Adriatico ”dove il traffico di petroliere è importante” e per gli stessi Faraglioni di Capri, esclusi dal sistema. Appartengono invece al sistema lo Stretto di Messina e le Bocche di Bonifacio.

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