Fu allora che “il granduca Leopoldo II inviò le truppe toscane in Lombardia con il vessillo tricolore e lo scudo granducale – ricorda Nencini – e nello stesso giorno il comune di Viareggio si diede il Gonfalone con il Tricolore e l’immagine di una ancora. Il successivo 24 maggio 1848 il prefetto di Lucca informò che il ministro dell’interno aveva approvato il Gonfalone”.
”La Toscana – continua il presidente toscano – è particolarmente vicina al presidente Napolitano quando afferma che la bandiera italiana è il simbolo dell’unità della Repubblica e dei valori di democrazia e solidarietà sanciti nella Costituzione. E’ in nome di questi valori che la nostra Assemblea ha moltiplicato i suoi sforzi e le iniziative che ne esaltano e sottolineano l’attualità anche ai nostri giorni”.