Tracce di droga in Arno.
LA RICERCA. A rivelare queste “presenze” nelle acque del fiume che attraversa Firenze è una ricerca dell’Istituto Mario Negri, che ha messo a punto un progetto per rimuovere le sostanze nocive.
IL PROGETTO. Il piano prevede l’utilizzo di un filtratore d’acqua dolce, la Dreissena polymorpha, un mollusco che riesce a filtrare le sostanze inquinanti come droghe, composti farmaceutici, metalli pesanti, ecc. accumulandoli nei propri tessuti. Al termine del suo ciclo vitale, il bivalve è rimosso e, con lui, anche il carico inquinante accumulato.
EROINA E COCAINA. E questo ha permesso di scoprire che anche le acque dell’Arno contengono residui di cocaina ed eroina. Situazione che accomuna il fiume nostrano ad altri corsi d’acqua italiani: nella stessa situazione sono, ad esempio, il Po e i lombardi Lambro e Olona.
Aiuto, invasione ”aliena” nell’Arno