La piaga delle truffe ha colpito anche Firenze ed il bilancio dell’anno da poco concluso non lascia scampo: 224 i casi segnalati alla questura. Qui non si parla di “colpacci” ad alto livello, ma di piccole frodi a scapito di gente comune che, peccando di troppa fiducia o anche solo di poca attenzione, cade in queste infauste trappole. In molti infatti credono di poter riconoscere a prima vista un truffatore o una situazione poco chiara, ma, nella realtà, le dinamiche che caratterizzano i furti sono piuttosto complesse.
Il “piano” viene studiato nei minimi particolari ed i furfanti-come attori degni dell’Oscar- interpretano i personaggi più disparati, mettendo in scena dei veri e propri spettacoli teatrali. Di cattivo gusto, naturalmente. Dal finto vicino di casa che vi supplica per un prestito, al funzionario della telefonia che richiede il pagamento di una bolletta, fino al venditore che offre un’occasione irrinunciabile: sono questi i tipici trucchi utilizzati a Firenze dai truffatori per adescare le loro “prede”. Dopo una breve presentazione del “personaggio”, il gioco si svolge nel giro di pochi minuti ed il malcapitato si ritrova con il portafoglio alleggerito, senza neanche capirne il perché.
In città è così scattato l’allarme, e dalle istituzioni fiorentine è partito un piano di sicurezza che suggerisce ai cittadini le regole basilari per evitare di essere raggirati con troppa facilità. Le direttive sono semplici e rappresentano il mezzo più efficace per difendersi dalla truffa. Innanzitutto bisogna accertarsi sempre dell’identità della persona che ci sta importunando, con l’accortezza di non rivelare i propri dati personali. Come seconda regola è poi raccomandabile non fidarsi mai di sconosciuti che si presentano alla porta come dipendenti di Enti pubblici o privati, anche se in apparenza sembrano indossare una divisa: se si ritiene opportuno, all’occorrenza è bene richiedere un tesserino di riconoscimento, ricordandosi che non è maleducazione, ma giustificata diffidenza.
Nel caso in cui non si sia sufficientemente convinti della persona che si ha di fronte, è sempre meglio rifiutare qualsiasi proposta o richiesta, magari prendendo tempo o chiedendo l’aiuto di carabinieri o polizia. Come previsto, le vittime “preferite” dei truffatori restano, ancora una volta, gli anziani. Per questa ragione, il monito delle autorità fiorentine si indirizza soprattutto ai familiari più giovani, affinché possano tutelare in prima persona i loro cari, tenendoli sempre informati sui possibili pericoli in cui possono incorrere, dalle vendite telefoniche alla vincita di finti premi. Di recente, per facilitare l’identificazione di alcuni tra i possibili truffatori, sono stati elaborati dalla polizia scientifica anche tre identikit, che individuano il volto di due uomini e una donna specializzati in truffe tra Firenze e provincia.
I dati sono stati raccolti durante tutto il 2008, partendo esattamente dalle testimonianze delle vittime. Dalla ricostruzione delle dinamiche delle truffe, sembra che i malviventi agiscano perlopiù di mattina, nelle ore in cui si presume che gli anziani siano soli in casa. A quel punto, dopo essersi guadagnati la fiducia della vittima, trovano la scusa per richiedere il denaro o per derubare in segreto. In altri casi, i truffatori preferiscono studiare a lungo i movimenti del “bersaglio”, seguendone le abitudini: le vittime vengono così circuite nei supermercati, alle poste o nelle banche, luoghi percepiti come “sicuri”. Per arginare il fenomeno, sono stati disposti pattugliamenti mirati nelle zone della città in cui c’è una maggiore concentrazione di persone anziane o dove si sono già verificate le truffe. Fino a questo momento, le persone arrestate sono soltanto cinque: ma il lavoro della questura continua.
Lo scocciatore suona sempre due volte
La pioggia di offerte telefoniche che ogni giorno invade la nostra privacy, infiltrandosi nelle mura di casa attraverso i cellulari e l’apparecchio fisso, non di rado ci spinge ad inveire furibondi contro gli impavidi call center; che puntualmente richiamano. Le proposte sono molteplici e svariate, da chi cerca di convincerci a cambiare gestore telefonico a chi offre un nuovo abbonamento per la tv e ancora, da chi chiede di collaborare ad un sondaggio a quelli che propongono una polizza assicurativa. Non c’è limite alla fantasia umana. Di ricevere queste chiamate è successo proprio a tutti, anche se in genere la questione si chiude lì, insieme al gesto di riattaccare la cornetta.
Eppure il fenomeno in Italia è dilagante, tanto che il Garante della Privacy Francesco Pizzetti ha parlato di “selvaggia aggressione” fuori da ogni legge sulla tutela della sfera privata. A Firenze però, la situazione non è molto chiara o meglio: sembra andare in netta controtendenza. Il difensore Civico della Toscana Giorgio Morales ci ha infatti spiegato, statistiche alla mano, che: “Le pratiche aperte lo scorso anno sono state 148 – ha spiegato Morales – in perfetta media con gli anni precedenti. Inoltre, le segnalazioni che ci sono pervenute dagli utenti hanno riguardato in larga misura la Telecom, che si è sempre dimostrata piuttosto corretta nel risolvere le controversie”.
Insomma, nessun caso allarmante o fuori dalla norma, sembrerebbe. Ma, se ad ognuno di noi è capitato più volte al mese di ricevere chiamate indesiderate, i conti allora non tornano. A quanto pare, il nocciolo della questione sta nel fatto che i fiorentini ricorrono all’aiuto del difensore civico o del Co.Re.Com solo ed esclusivamente nel momento in cui il disturbo si fa serio e continuato. Come nel caso di servizi telefonici addebitati senza richiesta o costi in bolletta di chiamate mai effettuate. Dalle pagelle annuali del nostro difensore civico, un genere di reclamo che sembra in crescita è semmai quello di utenti che si sono ritrovati abbonati ad un diverso gestore telefonico senza saperne le ragioni. Su altri casi meno eclatanti ci si passa sopra, soprattutto per evitare di “infilarsi” in quei terribili labirinti delle pratiche burocratiche.
Infine, nell’eventualità in cui ancora non vi sia mai successo di essere disturbati al telefono, secondo statistiche recenti dell’agenzia Assocontact, vuol dire che fate parte di quel fortunato 4 per cento della popolazione, per miracolo scampato all’attacco degli aitanti operatori dei call center. Invece, il resto dei comuni mortali è schedato in foltissime banche dati che raccolgono non solo numeri di telefono, ma anche indirizzi e informazioni personali. Per sapere come questo sia possibile, pensate all’ultima volta in cui avete compilato un modulo o un coupon, nei supermercati come dal benzinaio. Che fine fanno tutti quei dati? A buon intenditore…