venerdì, 19 Aprile 2024
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Piano dehors a Firenze, ok del Tar

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Il piano del Comune di Firenze sui dehors, che stabilisce quali tipologie di postazioni possano essere create all’esterno dei locali con tavoli e ombrelloni, è “legittimo e ragionevole”.

A dirlo è il Tar della Toscana, che ha rigettato i ricorsi presentati da 3 esercenti di piazza Duomo e due di via dei Renai.

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Dehors Firenze, cosa succede ora

I locali dovranno adeguarsi, entro marzo 2020, alla nuova tipologia di dehors stabilita dal Comune. Approvato a fine dicembre 2017, il piano prevede per piazza Duomo l’utilizzo di pedana e ombrellone (chiamata “tipologia B”), al posto di tavoli e sedie senza pedana, e per via dei Renai invece il passaggio dalla tipologia C (pedana con copertura fissa).

“Le bellezze di Piazza Duomo meritano di essere godute a pieno da tutti e siamo soddisfatti che il Tar abbia ritenuto equilibrate e ragionevoli le scelte del piano – ha commentato l’assessore allo Sviluppo economico del Comune di Firenze Cecilia Del Re – Siamo riusciti a bilanciare i vari interessi in gioco, che in questo caso erano quelli della tutela del patrimonio culturale, della libera fruizione del suolo pubblico e l’attività economica privata: siamo riusciti a tenere tutto insieme”.

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Le motivazioni del Tar

Nelle motivazioni della sentenza il Tar rileva come la delibera comunale preveda che “la protezione degli assi visuali e dei coni visivi debba avere la priorità e, nelle valutazioni strategiche e decisionali generali, si debba tenere conto anche della pressione turistica e quindi di ‘spazio’ fisicamente occupato da turisti e residenti nei loro spostamenti”.

“Il potere discrezionale della pubblica amministrazione – continua il Tar – appare correttamente esercitato proprio perché non pone una disciplina uniforme in tutto il territorio interessato, ma distingue caso per caso in relazione alle caratteristiche proprie di ciascuna strada e ciascuna piazza del centro storico cittadino. Il trattamento è differente poiché differente è la realtà materiale su cui le Amministrazioni si trovano a intervenire, sicché alcun vizio di disparità può essere dedotto a questo riguardo”. 

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