venerdì, 13 Dicembre 2024
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Sollicciano, suicida un altro detenuto

Un detenuto 35enne di origine maghrebina si è tolto la vita questa notte nella sua cella del carcere di Sollicciano, attraverso l'inalazione di gas: a darne notizia è il segretario generale della Uil Pa Penitenziari, Eugenio Sarno. Si tratta del 63esimo suicidio in cella del 2010. Venerdì scorso si era tolto la vita un agente penitenziario.

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Ancora un suicidio tra i detenuti, ancora una volta a Sollicciano

L’EPISODIO. A darne notizia è il segretario generale della Uil Pa Penitenziari Eugenio Sarno: “Questa notte un detenuto 35enne di origine  maghrebina si è tolto la vita, nella sua cella del carcere di Firenze Sollicciano, mediante inalazione di gas. Si tratta del 63° suicidio in cella del 2010. Venerdi scorso un Assistente Capo della polizia penitenziaria 42enne, Enrico Bianchi, in servizio presso il Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria di Firenze ( già in congedo straordinario per malattia) si è suicidato mediante impiccagione”, spiega in una nota.

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SOLUZIONI. “Il fenomeno dei suicidi in cella e tra il personale penitenziario dovrebbe obbligare chi detiene responsabilità amministrative e politiche ad interrogarsi sui perché e imporrebbe una ricerca di soluzioni possibili, alle quali non appartiene per nulla  la recente norma sulla detenzione domiciliare. Invece assistiamo a uno sconcertante silenzio che accompagna l’evidente inoperosità del Governo e del DAP. Quasi che tali drammi debbano appartenere solo a chi li compie o agli addetti ai lavori di prossimità, ovvero a coloro che lavorano alle frontiere di quelle città fantasma che sono le nostre prigioni.  E’ evidente – continua Sarno – che la contrizione degli spazi, l’impossibilità di articolare percorsi di recupero, riabilitazione e risocializzazione, l’ozio forzato e la detenzione di strumenti potenzialmente letali  ampliano i fattori di rischio alimentati dalla patogene  condizioni di detenzione.  “

PERSONALE. La Uil Pa Penitenziari torna poi a sottolineare, “per l’ennesima volta, la cronica deficienza degli organici del personale penitenziario”.  “Proprio ieri il Ministro Alfano ha celebrato il ventennale della riforma del Corpo, sottolineando gli straordinari meriti delle donne e degli uomini dei baschi blu. Alle apprezzate e condivise parole del Guardasigilli, però, fa da contraltare la realtà di un sistema penitenziario incapace di assicurare dignità, legalità  e sicurezza a chi vive e lavora all’interno dei nostri penitenziari.  I tagli lineari operati dal Governo Berlusconi impediscono la necessaria realizzazione di quegli interventi di manutenzione straordinaria per tenere in piedi edifici degradati e cadenti, nel mentre (con evidente paradosso e contraddizione) si continua a far riferimento ad un piano carceri tanto annunciato quanto fantasma. Il parco degli automezzi in dotazione al Corpo di polizia penitenziaria è obsoleto ed insufficiente, tant’è che ogni traduzione rischia di divenire un’odissea attraverso pericoli di ogni genere. Gli organici della polizia penitenziaria sono continuamente depauperati da distacchi verso i palazzi del potere romano ed assottigliati dalle quiescenze. Ancora una volta ieri il Ministro ha annunciato 1850 assunzioni di poliziotti penitenziari per il 2011, ma già tante altre volte aveva detto di 2000 baschi blu da assumere entro il 2010 e, invece, ne sono state assunti ben …  56! Sull’intero territorio nazionale si moltiplicano iniziative per sollecitare interventi a sostegno. In questi giorni – conclude il Segretario della UIL PA Penitenziari –  sono in corso proteste a Messina. In Lombardia, da tutte le OO.SS. della polpen,  è stato proclamato lo stato di agitazione  e a Gennaio  si terrà una manifestazione davanti alla Prefettura di Milano. Realisticamente, però, temiamo che con le attuali condizioni politiche e numeriche  si concreti il  rischio che le attività dell’ Esecutivo siano volte solo alla propria sopravvivenza, tralasciando questioni preminenti e delicate, come quella penitenziaria e della sicurezza, al proprio brutale destino. Ciò al netto degli impegni, dei proclami, delle promesse che i nostri Ministri ci propinano senza soluzione di continuità ma che altrettanto puntualmente disattendono con precisione cronometrica”.

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