Prima è arrivato in porti e aeroporti, adesso debutta anche a scuola dopo il via libera del Ministero della Salute: si parla sempre più del test antigenico rapido per il Covid, ossia di tamponi che in poco tempo riescono a individuare l’eventuale positività al coronavirus, ma cosa sono in pratica, come funzionano e come si fanno?
Il tampone molecolare, il più sicuro da fare per il Covid
Iniziamo da quello che in genere viene chiamato “tampone”, il più affidabile per diagnosticare se si è stati colpiti dal coronavirus: il nome esatto è test molecolare (PCR). Come si fa? Tramite un tampone, ossia un bastoncino simile a un lungo cotton fioc, che viene inserito nel naso o nella gola per prelevare un campione biologico (ad esempio il muco) che poi sarà sottoposto alle analisi in laboratori specializzati, dove si andrà alla ricerca delle tracce del virus, del suo RNA, ossia il materiale genetico del Covid.
Una volta raccolto dall’operatore sanitario e portato in laboratorio, per l’analisi ci vogliono dalle 2 alle 6 ore: fatti due conti, dal momento in cui si effettua il tampone a quando arriva l’esito ci possono volere dalle 24 alle 48 ore, periodo in cui il soggetto sottoposto all’analisi (e quindi potenzialmente positivo al Covid) deve stare in isolamento, per questo si è pensato anche a test rapidi.
Test rapido, l’esame antigenico: come funziona, come si fa e quanto è affidabile
In realtà anche questo esame viene fatto tramite un tampone, sempre inserendo in bastoncino nel naso o nella faringe, ma dà un risultato sulla positività al Covid in tempi più rapidi perché funziona in modo diverso. A differenza del “collega” molecolare, che va a caccia dell’Rna del coronavirus, il test antigenico si effettua per ricercare nei campioni prelevati le proteine virali caratteristiche del coronavirus (chiamate appunto antigeni): il risultato è molto rapido, arriva nel giro di 15 minuti anche sul posto, senza passare dal laboratorio. La pecca è che questi test anti-Covid sono sì veloci, ma l’attendibilità degli esami antigenici è inferiore a quelli molecolari: il rischio è di un maggior numero di falsi positivi al coronavirus.
Per questo, le linee guida delle autorità sanitarie prevedono che chi risulti positivo al test rapido per il Covid, sia sottoposto poi al tampone molecolare per confermare l’esito. In sostanza, come si afferma nella circolare del Ministero della Salute (qui il pdf), i test rapidi antigenici seppur siano meno affidabili, possono risultare utili per fare uno screening di molte persone in tempi brevi, come a scuola, arrivando a una diagnosi flash dei casi sospetti di Covid.
Il test salivare Covid
A disposizione ci sono anche test salivari Covid, sia molecolari sia antigenici rapidi, fatti sempre tramite il tampone. Il problema di questi esami, viene evidenziato dagli esperti del Ministero della Salute, è che la saliva mal si presta ad essere analizzata in strumenti automatici usati nei laboratori per passare in rassegna una gran quantità di campioni. Per il test antigenico rapido sulla saliva inoltre la sensibilità è buona solo se effettuata in laboratorio. Per questo la circolare del Ministero della Salute ne sconsiglia l’utilizzo per veloci screening di massa.
Coronavirus, i test: tampone o analisi del sangue e degli anticorpi?
Dopo quanti giorni dal contagio il tampone è positivo al Covid: il periodo di incubazione
Sia per quanto riguarda il test molecolare, sia per il test rapido antigenico, le autorità sanitarie sottolineano che esiste un “periodo finestra”, in cui si è contratto il virus ma l’infezione non è rilevabile dalle analisi, per quando accurate siano, perché ancora ai primi stadi. Dopo quanti giorni dal contagio il tampone risulta positivo al Covid? Il fatto è piuttosto dibattuto dagli esperti e ancora non c’è un dato certo, il periodo finestra in cui il tampone può risultare negativo anche se contagiati (e contagiosi) è stimato al momento intorno ai 4-5 giorni.