Due fiorentini di 35 e 55 anni sono stati arrestati ieri dagli uomini del Commissariato San Giovanni diretti dal dottor Giuseppe Solimene con l’accusa di usura, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Per il più anziano il Gip Anna Liguori ha disposto come misura cautelare il carcere, mentre il 35enne è finito ai domiciliari.
INDAGINI. Le indagini erano iniziate la scorsa primavera, quando una vittima del giro d’usura imbastito dai due si era rivolta alla polizia. La donna aveva raccontato le difficili circostanze del momento che l’avevano portata a chiedere un prestito a una finanziaria. E proprio in questa finanziaria – spiega la polizia – avvenne il cosiddetto “aggancio”: non avendo trovato un accordo con la società, per risolvere i suoi problemi economici un soggetto, presentatosi come responsabile, le aveva proposto una soluzione “alternativa”, un’operazione “sponsorizzata” da una terza persona (l’altro arrestato) in grado di disporre di una notevole quantità di denaro liquido.
USURA. Alla donna erano state proposte due modalità di finanziamento: una più costosa e una più economica, quest’ultima con rischi più elevati. In caso di insolvenza, i creditori si sarebbero rivalsi sul suo appartamento. Messa alle strette, la donna aveva scelto la seconda alternativa, con un costo di circa 3.400 euro a fronte di un prestito cambiario di 35.400. Alla fine, però, la somma erogata al netto dei costi dell’operazione (ben il 33% del totale) si era ridotta a 23mila euro. Dietro all’uomo che materialmente aveva imbastito l’affare c’era un’altra persona: il titolare dei conti sui quali si muoveva il denaro dato in “prestito”.
PROSTITUZIONE. Le indagini, coordinate dal dottor. Giulio Monferini, Pm della procura fiorentina, hanno permesso agli inquirenti del Commisariato San Giovanni di accertare in breve tempo che intorno ai soggetti coinvolti in questa storia di usura ruotava anche un giro di prostituzione. Almeno dal marzo scorso, infatti, gli indagati avevano concesso immobili in locazione (cinque quelli accertati nelle province di Firenze e Pistoia) a soggetti che esercitavano la prostituzione (tra i quali anche un transessuale). Ad alimentare l’ipotesi che lo scopo di queste operazioni era proprio quello di lucrare sull’attività di meretricio – spiega la polizia – sono stati gli accertamenti sugli affitti: si trattava in tutti i casi di cifre elevate, con prezzi fuori mercato e del tutto sproporzionati rispetto alle dimensioni e caratteristiche dei fondi dati in locazione. I due fiorentini sono stati ora sottoposti alle misure cautelari emesse dal Tribunale di Firenze.