sabato, 20 Aprile 2024
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Verdini, 9 ore di interrogatorio a Roma. “Ma non mi dimetto dal Pdl”

Nove ore di interrogatorio ieri per Denis Verdini, coinvolto nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti per gli impianti dell'eolico in Sardegna e sulla cosiddetta P3. Ieri sono state inoltre rese note le sue dimissioni dalla presidenza del Credito Cooperativo Fiorentino, ma, in risposta alle dichiarazioni di Fini, il coordinatore nazionale Pdl ha ribadito che non ha intenzione di lasciare il proprio incarico nel partito. Dimissioni in blocco per il Cda del Ccf.

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Interrogatorio fiume per il coordinatore Pdl Denis Verdini, ascoltato ieri pomeriggio dalle 15 fino a mezzanotte dai pm della Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti per gli impianti dell’eolico in Sardegna e sulla cosiddetta P3. Nel frattempo sono state rese note le dimissioni di Verdini dalla presidenza del Credito Cooperativo Fiorentino, banca che ha guidato per 20 anni. Scelta che ha condotto, sempre ieri pomeriggio, alle dimissioni in blocco del Cda dell’istituto di credito.

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L’INCHIESTA. Il coordinatore del Pdl è indagato assieme a Marcello dell’Utri, Flavio Carboni e Massimo Lombardi per violazione della legge sulla costituzione di società segrete nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P3 ed è iscritto nel registro degli indagati nell’indagine sugli appalti per l’eolico.

IL FILONE FIORENTINO. Verdini è indagato anche a Firenze nell’inchiesta sui rapporti economico finanziari tra il Credito cooperativo fiorentino (Ccf) e la Baldassini Tognozzi Pontello (Btp) dell’amico Riccardo Fusi, dimessosi mesi fa dalla presidenza del suo gruppo.

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LE REAZIONI. Al termine dell’atto istruttorio l’avvocato Coppi ha spiegato che nel corso dell’interrogatorio ”non si è parlato dell’associazione segreta perché neghiamo in radice qualsiasi partecipazione a società segreta o pubblica”. E il coordinatore del Pdl ha replicato a chi, come Fini, ha chiesto le sue dimissioni ribadendo che non si dimetterà.
 

“NON MI DIMETTO DAL PARTITO”. ”La richiesta di Fini è impropria – ha detto – non ho nessun motivo per dimettermi, al momento sono solo indagato”. Poi ha puntato il dito contro i giornalisti ”che hanno esercitato una pressione mediatica senza eguali”. ”Voi giornalisti violate le regole del segreto istruttorio – ha concluso Verdini – i cittadini vengono sbatacchiati: meno male che c’è Berlusconi”.
 

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LA DIFESA. Quanto all’interrogatorio Coppi ha precisato che ”a posizione di Verdini è assolutamente chiara, è stato minuziosissimo nelle risposte a tutti gli argomenti che costituiscono oggetto di accusa”. Coppi ha aggiunto che Verdini non ha esercitato “nessuna pressione per la nomina di Ignazio Farris all’Arpas della Regione Sardegna” e, rispondendo a domande sulla movimentazione di denaro attribuita a Verdini ha aggiunto che “non ci sono stati grandi movimenti se non un’operazione del 2004 che abbiamo spiegato”.

Circa i rapporti con Flavio Carboni, Coppi ha sottolineato che il suo assistito ha fornito elementi “che possono essere riscontrati con documentazione bancaria e testimonianze”. E i giudici del Riesame motivano il rigetto delle istanze di scarcerazione per Carboni e Lombardi ”in quanto appare necessario impedire la prosecuzione dell’attività delittuosa della ‘societas sceleris”’ e per “per garantire l’affidabilità di istituzioni pubbliche tra cui gli uffici giudiziari”. Domani prosegue l’attività istruttoria. Previsto l’interrogatorio del senatore del Pdl Marcello dell’Utri.

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