Dopo il sold out di Alva Noto, venerdì 17 febbraio si terrà la seconda tappa di International Feel – Live at the Museum, ciclo di eventi, in esclusiva toscana, di musica e video art con alcuni dei più grandi artisti internazionali. Ad esibirsi dalle 21.30 presso il Museo Marino Marini di Firenze (Piazza San Pancrazio) l’austriaco Fennesz, il cui sound è considerato il più visivo dell’elettronica contemporanea, quasi pittorico.
SINFONIA LIVE. L’artista sonorizzerà il capolavoro del cinema muto “Berlino. Sinfonia di una grande città”, girato da Walter Ruttmann nel 1927, accompagnando la narrazione di un’intera giornata a Berlino, dalle prime luci dell’alba alla mezzanotte, alla scoperta della vita, del lavoro e del divertimento dei cittadini. Fennesz è senza dubbio fra i più ironici e complessi autori della nuova generazione: tra le collaborazioni si ricordano quelle con David Sylvian, Mike Patton e Mark Linkous degli Sparklehouse. Con un passato da chitarrista punk, unisce il suono acido e distorto della sua chitarra elettrica con i glitch e i rumori generati dal suo laptop, in chiave elegante e potente, con una cura maniacale per dettagli e prospettive, sempre sensibilmente al confine tra sperimentazione e ammiccamenti elettrici. Per International Feel presenta la sonorizzazione del primo film che ha per protagonista assoluta una città, il documento di un’epoca controversa, con gli anni ruggenti e la cultura mitteleuropea al massimo splendore, ben lontani dal disastro economico che di lì a poco avrebbe cambiato il mondo.
PASSATO E PRESENTE. Nel film vengono ripresi i diversi quartieri della città alla stessa ora per mostrarne l’identità, formando un caleidoscopio di scene urbane, una sinfonia di immagini ben oltre la riproduzione fotografica di una metropoli. Meisel, che ha curato le musiche originali per il film, passò molte ore ad ascoltare il rumore della metropoli, ad annotare i tempi di ogni suono, i campanelli dei tram, i clacson delle auto, il ritmo del lavoro notturno sulle rotaie, cercando di rendere nella maniera più oggettiva il ritmo e la melodia di ciascun evento, concepito già di per sé in termini musicali. Egli interpretò le sequenze del film come motivi e temi musicali: “Accordi in quarto di tono della città che dorme”, “Fuga del traffico”, “Segnali musicali delle insegne luminose”. Una visione pioneristica e insieme decadente, che, non accorgendosi del baratro vicino cui si trova, offre uno spunto di riflessione molto attuale sui nostri tempi.