Nuovo stadio di Firenze, dopo dieci anni di ipotesi siamo a una svolta? Tutta la storia, dal progetto per Castello a Rocco Commisso.
Da Fuksas alla Mercafir
“Per essere grandi ci vogliono idee così”, disse Diego Della Valle, allora patron della Fiorentina, quando davanti a giornalisti e autorità svelò il grande plastico realizzato su progetto dell’archistar Massimiliano Fuksas. Uno stadio tutto nuovo per Firenze, modernissimo, 40mila posti coperti con museo, centro commerciale e tutti i servizi possibili. Dalla Cittadella Viola la Fiorentina avrebbe reclamato il suo posto nella geografia del calcio europeo.
Veniva da sognare. Era il 19 settembre 2008, ancora a malapena spiravano i venti della grande crisi finanziaria, e tutto, a Firenze e nel mondo, sarebbe cambiato di lì a poco. Lo stadio sarebbe nato in zona Castello. Nemmeno due mesi più tardi la procura mette sotto sigillo tutto il terreno, finito al centro di un’inchiesta su episodi di corruzione legati alla sua trasformazione urbanistica. Presto diventa chiaro che si dovrà cominciare a guardare altrove. Sesto, Scandicci, Mantignano. Anzi, no: la Mercafir.
Un nuovo progetto per lo stadio di Firenze
È lì, al mercato ortofrutticolo di Novoli, che dal 2012 si sposta la partita. Si vagliano diverse ipotesi: stadio a fianco del mercato, oppure solo un centro sportivo lì, e lo stadio da un’altra parte.
Più volte sembra che tutto stia per saltare. Poi l’accelerata improvvisa nell’estate 2014. I Della Valle chiedono e ottengono l’intera l’area Mercafir, non solo una porzione. Il Comune si mette a lavorare allo spostamento del mercato. Si dice che è la volta buona, che i lavori partiranno in sette mesi e che nel 2018 si sarebbe iniziato a giocare lì. Il Comune dà l’ok al piano di fattibilità e a quello economico-finanziario, pur con delle prescrizioni.
Il progetto non arriva prima del 10 marzo 2017 ma, almeno per un giorno, Firenze ricomincia a sognare. Quarantamila posti coperti, tribune a sette metri dal campo, centro commerciale, hotel, parcheggio. Costo totale, 420 milioni. Lavori al via nel 2019, calcio giocato dal 2021.
Fine di un’era. Il progetto del nuovo stadio passa a Rocco Commisso
Per far posto allo stadio c’è però da spostare il mercato. Si sceglie allora che sarà quello a traslocare nell’area di Castello: chiusa la vicenda giudiziaria, i terreni sono stati acquistati da Toscana Aeroporti che si è impegnata a venderne una parte al Comune. Palazzo Vecchio approva la variante urbanistica in attesa di entrare effettivamente in possesso dei terreni. Alla Fiorentina non basta, chiede che si mettano prima nero su bianco “in modo ufficiale i tempi di disponibilità dell’intera area”. Altrimenti, niente progetto definitivo. Solo che il Comune non può farlo.
Arriva maggio, la scadenza si avvicina, lo stadio è tra i temi caldi della campagna elettorale. Ma di novità nemmeno a parlarne. “Gli alibi sono finiti”, dice il sindaco Nardella. La risposta indiretta Diego Della Valle la scrive nella sua celebre lettera ai tifosi dell’11 maggio (quella dello “Svegliatevi, usate il cervello”): “Sono anni che veniamo coinvolti in beghe locali dove tutti si azzuffano sui terreni destinati allo stadio”. E ancora: “Se viene considerato un così grande affare lo stadio dovrebbe farlo il Comune, noi saremmo più contenti”. Dal sogno alla porta sbattuta. È l’ultimo atto dell’era Della Valle.
Il 6 giugno la società viene ceduta a Rocco Commisso. Si riparte (quasi) da capo su tutto: squadra, organizzazione, progetti. E stadio.
E ora?
Commisso è uomo di business. Sa che un impianto moderno farebbe crescere la società come nient’altro. Ma l’Italia non è l’America e il suo desiderio di fare uno stadio in tre anni si scontra presto con la realtà. Se il punto centrale è fare il più in fretta possibile, ecco che torna in auge il progetto 2014: stadio alla Mercafir senza spostare il mercato. La variante urbanistica lo prevede già, sarebbe la strada più veloce.
Rimane in piedi anche l’ipotesi del restyling del Franchi, con la copertura totale e un nuovo assetto delle tribune. Affascinante ma ben più complicata, perché si tratta di un monumento nazionale sottoposto a tutela che deve quindi passare per una procedura ad hoc. E infatti, a fine settembre, la Soprintendenza ha bocciato il progetto. Demolire le curve (per avvicinare gli spalti al campo) altera l’impianto originario del 1938: non si può fare.
Tra Campi e Novoli: nuovo stadio fuori Firenze?
Rimane solo l’ipotesi Mercafir? Non proprio. Il sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi ha messo sul piatto la sua proposta: 30 ettari di terreno a cavallo di viale Allende, da una parte lo stadio, dall’altra abbastanza spazio per un centro sportivo con 12 campi da gioco per settore giovanile, squadra femminile e prima squadra. Su quell’area la Fiorentina ha un vecchio precontratto di acquisto che scade a fine ottobre. Non ci sono vincoli, basta un ok per far partire la procedura di cambio di destinazione d’uso. Ironia della sorte, si riuscirebbe ad aprire i cantieri in sei mesi grazie alla “legge Nardella” sugli stadi fatta quando era deputato.
Nardella che, da parte sua, ha subito bollato quella di Campi come “una soluzione che non esiste”. Commisso però non pare interessato al dibattito politico locale, lui bada al sodo: a Campi uno stadio si fa in tre anni e c’è un’area grande il doppio, Una soluzione “fast and easy”, ha ammiccato Fossi in inglese, ma collegata male alle infrastrutture. Alla Mercafir servirebbe più tempo, quattro anni e mezzo, e c’è da capire come spostare la Mercafir tutta nel settore nord dell’area, perché le aziende devono poter continuare a lavorare. Ma la variante c’è già e si resterebbe a Firenze, ben collegati ad aeroporto, autostrada, tramvia e ferrovia. La palla ora torna alla società.
Aggiornamento: intanto la Fiorentina ha scelto Bagno a Ripoli per Casa Viola, il nuovo centro sportivo e sede degli uffici della società. Il 9 ottobre scorso la Fiorentina ha firmato la sottoscrizione notarile per l’acquisizione delle proprietà.