domenica, 22 Dicembre 2024
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Dov’è il Canto dei Bischeri e perché a Firenze si dice “bischero”

L'origine di uno scorcio storico, all'angolo di piazza del Duomo con via dell'Oriuolo, che ha dato vita al fiorentinissimo aggettivo

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All’angolo di piazza del Duomo con via dell’Oriuolo si nota il Palazzo Guadagni, sorto alla metà del XVII secolo su disegno dell’architetto Gherardo Silvani, che scolpì anche lo stemma che adorna la facciata. La cantonata è denominata il Canto dei Bischeri dal nome della famiglia Bischeri – in Firenze fin dalla metà del XIII secolo – che diede alla Repubblica Fiorentina quattro gonfalonieri e quindici priori. Ma perché a Firenze si dice bischero?

L’origine del Canto dei Bischeri, nel centro di Firenze

Il suo stemma era d’oro, a tre gemelle in banda di nero. I Bischeri avevano palazzo, case e botteghe appunto sul suddetto angolo e su quello di fronte di via del Proconsolo con via dell’Oriuolo (già via degli Albertinelli e, dal Novecento, via Buia), dietro l’abside dell’antica cattedrale dedicata a Santa Reparata, la quale, divenuta troppo “piccola a comparizione di siffatta cittade” doveva essere sostituita. Al tempo della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la comunità offrì un “equo indennizzo” a tutte quelle famiglie che venivano interessate dallo sfratto, per consentire lo sbancamento e i fondamenti della nuova costruzione.

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Tutti accettarono, tranne la facoltosa famiglia dei Bischeri, che vanificò ogni tentativo di mediazione. Infatti, intuendo che le loro proprietà erano divenute indispensabili per tale imminente costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, allo scopo speculativo di ottenere un più grande utile dalla vendita, temporeggiarono alle reiterate offerte di acquisto avanzate da parte del governo della Repubblica.

L’incendio

Dopo mesi di infruttuose trattative, una notte, improvvisamente, Firenze fu svegliata da sinistri bagliori, lunghe lingue di fuoco e nuvole di fumo acre si levarono dalla zona dove fervevano i lavori dell’Opera del Duomo. Le campane suonarono a distesa, i lumi vennero apposti alle finestre delle case adiacenti al luogo dell’incendio per rischiarare la strada all’accorrere dei soccorsi. Fiamme altissime alimentate anche dal vento proruppero il gigantesco incendio che distruggeva tutte le proprietà del Canto dei Bischeri, mandando in fumo anche l’ultima vantaggiosa offerta di acquisto. Fu il tracollo economico e morale della famiglia.

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canto dei bischeri dove è a Firenze
Foto: M. Sani

Ecco perché in fiorentino si dice “bischero”

Da quel momento il loro nome fu usato in senso dispregiativo e beffardo per indicare persone che, ritenendosi troppo furbe, in realtà avevano poco senno. Quindi a Firenze “bischero” divenne lo spietato, facile bersaglio d’ironia, a tal punto da generare anche il noto proverbio “pe’ bischeri non c’è Paradiso”, in quanto la “categoria” degli sprovveduti che non sanno usufruire delle circostanze favorevoli, avrebbe trovato il modo di star male anche in quello splendido luogo dove non si può che stare bene. Ma di senno la famiglia Bischeri dimostrò di averne. Infatti, per liberarsi della poco dignitosa fama di sciocchi per non aver saputo curare i propri interessi, lasciarono la città ed emigrarono in Romagna e poi in Francia, dove fecero fortuna.

Il significato di “bischero” e il proverbio

Quando due secoli dopo decisero di ritornare a Firenze, mutato il nome in quello significativo di Guadagni, vollero prendere dimora proprio nella stessa zona dove sorgevano gli antichi fabbricati dei loro antenati, nel bel palazzo tuttora esistente all’angolo di piazza del Duomo e via dell’Oriuolo. Nonostante ciò, a Firenze, l’appellativo “bischero” è rimasto a significare, se pur non del tutto offensivo, un epiteto almeno di uno un po’ scemarello per bonarietà, tanto da generare anche il proverbio “Tre volte buono vuol dir bischero!”.

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Leggi le altre curiosità su Firenze nella rubrica curata dagli Artusi.

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