venerdì, 19 Aprile 2024
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Fulmini, cipolle e draghi: 3 cose che non sai su Palazzo Strozzi

Casa di una delle più ricche famiglie di Firenze, Palazzo Strozzi riserva tante sorprese e curiosità, a partire dall'antico nome dello slargo dove sorge questo elegante edificio rinascimentale

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La Piazza degli Strozzi in antico era denominata delle Cipolle, perché vi si svolgeva il mercato degli ortaggi. Tale slargo nel centro di Firenze prese poi il nome dal palazzo di questa famiglia che Filippo di Matteo Strozzi fece erigere da Benedetto da Maiano e Simone del Pollaiuolo detto il Cronaca, tra il 1489 ed il 1504.

Palazzo Strozzi, nobile casa nel centro di Firenze

L’elegante cubica costruzione simmetrica e lineare, capolavoro dell’architettura civile fiorentina del Rinascimento, ha la fortuna di essere tutta visibile nei suoi quattro lati. Essa si presenta su tre piani, con fronte in grandi bugne di pietra che la rendono salda come una fortezza, con finestre a terreno, eleganti bifore ad arco nei due ordini superiori poggianti su dentellate cornici marcapiano e un’altana, che la cinge all’ultimo piano e dà affaccio all’esterno e, soprattutto all’interno del sobrio cortile con portico a colonne che lo si deve al Cronaca.

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Dello stesso artista anche il bellissimo cornicione sottotetto del palazzo, purtroppo incompiuto, decorato con elementi floreali, uno diverso dall’altro che presenta un aggetto sulla piazza di ben due metri e mezzo.

Gli anelli e i draghi del Caparra

Decorano esternamente il palazzo Strozzi aggraziate lanterne in ferro battuto poste agli angoli con i sottostanti portainsegne o portafiaccole modellati a drago e gli anelli per legare i cavalli. Questi pregevoli arredi furono opera dell’onestissimo ma caparbio fabbro Niccolò Grosso detto il Caparra, vissuto negli ultimi anni del Quattrocento a Firenze. Niccolò fu il più famoso “ferraio”, cioè artista del ferro battuto dell’epoca che aveva un’estrema attenzione al dettaglio, degno della migliore oreficeria rinascimentale.

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Il soprannome “Caparra” gli derivò dal fatto che egli non iniziava mai nessun lavoro se prima non riceveva un congruo anticipo su quanto commissionato, cioè la “caparra”, qualunque fosse la condizione sociale dei suoi clienti. Il proverbio “Fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”, il Caparra lo doveva avere proprio nel sangue. Infatti usava ripetere: “Io sudo e duro fatica su questa incudine e voglio che qui su mi siano pagati i miei denari!”.

Palazzo Strozzi dettaglio facciata

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Il fulmine su Palazzo Strozzi

Dalle Ricordanze del calderaio fiorentino Bartolomeo Masi (Firenze 1480-ivi 1530), veniamo a conoscenza di un eccezionale fulmine caduto, il 3 Settembre 1512, sul tetto del palazzo che ammazzò “Mariotto maestro di murar el quale era capo mastro del palazzo el quale era sul tetto per racconciare in certi luoghi che pioveva in casa. E cascò drento in casa et entrò in più stanze, e scalfisse in più luoghi e di poi uscì fuori e fece el simile, cioè scalfisse in più luoghi senza far danno, ma fece una paura a chiunque v’era drento pel gran tuono che venne, ch’ebbono paura che non rovinasse il palazzo”.

Alla proprietà della famiglia Strozzi, una delle più ricche della città, tradizionalmente ostile alla fazione dei Medici, sono legati personaggi e fatti rilevanti che hanno inciso sulla storia di Firenze.

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