martedì, 5 Novembre 2024
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I Pupi di Stac a Firenze: non chiamateli burattini

Schietti, ruvidi ma generosi, con la battuta sempre pronta. Dal 1946, i Pupi di Stac portano in scena l’anima autentica dei fiorentini

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La Compagnia dei Pupi di Stac è un orgoglio della città di Firenze. Creata da Carlo Staccioli a Firenze nel 1946, ad affiancare l’artista arrivarono fin da subito molti validi collaboratori, tra i quali nientemeno che Paolo Poli.

Staccioli, in arte “Stac”, ha realizzato con Laura Poli, in compagnia dal 1958, un sodalizio artistico capace di realizzare una linea teatrale inconfondibile, il gusto per un’ironia sferzante che non scende a compromessi, mossa però da uno spirito bonario, forte, magari burbero e disincantato ma in fondo sempre pronto a regalare un sorriso. Insomma, i Pupi di Stac hanno lo stesso carattere dei fiorentini.

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Non è un caso, perché il loro teatro è fondato proprio sulla ricerca, la raccolta e l’elaborazione di antiche fiabe popolari toscane. Da qui proviene gran parte dell’ampio repertorio, avviato dal fondatore e, dopo la sua scomparsa, portato avanti da Laura Poli e dal figlio Enrico. Tutti gli spettacoli, della durata di circa 60 minuti in due atti, sono recitati e cantati dal vivo con musiche di scena registrate.

pupi di stac 1952 marionette

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Burattini o marionette? No, Pupi

I pupi di legno intagliato sono alti circa 60 centimetri e hanno, unici nella tradizione italiana, la figura intera. Sono insomma “marionette senza fili” animate dal basso o, se si preferisce, burattini con le gambe come il loro fratello più famoso, Pinocchio. Le baracche, veri teatrini in miniatura con sipari, quinte e fondali, hanno due piani scenici: il palcoscenico dove i burattini possono camminare e un livello superiore, dove appaiono nel modo più tradizionale.

Il dialogo con il pubblico e il ritmo teatrale particolarmente serrato sono alla base di una narrazione vivace e imprevedibile. Tutti, dai bimbi più piccoli agli adulti, assistono incantati e partecipi dall’inizio della vicenda fino all’immancabile lieto fine.

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Pupi Stac burattini Firenze

La tradizione

Darebbe più lustro alle rappresentazioni dei Pupi di Stac chiamarle pièce teatrali al posto di spettacoli di burattini? O forse potremmo usare semplicemente la dicitura corretta, ovvero “teatro di figura”. Forse sì, ma c’è da scommettere che ai Pupi di Stac, schietti, ruvidi e generosi come solo loro sanno essere in scena, di queste sottigliezze non importerebbe più di tanto.

È fondamentale ricordare che quest’arte niente ha a che fare con certi spettacoli saltimbanchi improvvisati che capita di vedere nelle pinete delle località di mare o alle sagre di paese. A qualcuno sarà capitato di assistere a uno spettacolo di burattini di piazza, magari per accontentare i bambini, e di ritrovarsi così in un girone dantesco dove si espia la bruttura: battutacce, comicità pecoreccia, versi, pernacchie e urla per buttare tutto in caciara e strappare ai bambini più piccoli qualche facile risata.

Roba da pupazzi mal realizzati e dall’anima di plastica, scaraventati da una parte all’altra di un teatrino improvvisato nel disperato tentativo di portare a casa una storia che non c’è. Ecco, niente di tutto questo sono i burattini dei Pupi di Stac e altre meravigliose realtà toscane e italiane che di questo tipo di teatro hanno fatto un’arte di grande livello.

Dietro a uno spettacolo dei Pupi di Stac di un’ora c’è un lavoro pazzesco sul pupazzo, sulla storia, sulla capacità dell’artista di manovrarlo e al tempo stesso di farlo parlare, cambiando le voci e spesso interpretando diversi personaggi in contemporanea.

principessa sofia - pupi di stac

In scena a Firenze, con i Pupi di Stac

Con una mano muovono e interpretano un personaggio e con l’altra un altro: quanto può essere difficile tutto questo? Quanta arte, esercizio e fatica stanno dietro ogni rappresentazione? Con i Pupi di Stac le storie messe in scena sono quelle del nostro immaginario popolare, rivisitate in chiave ironica e con il tocco personale dei maestri che muovono i personaggi. È un’ora di rappresentazione che vola, non solo per i bambini, ma anche per gli adulti che con facilità si fanno prendere dalla storia e rimangono incantati dalla bravura dei burattinai.

Se poi si ha la pazienza di fermarsi qualche minuto dopo la fine dello spettacolo, quando i burattinai escono allo scoperto e salutano il pubblico, si vedranno i loro volti segnati dalla stanchezza per aver portato a termine una performance così complessa e impegnativa. Ecco perché i Pupi di Stac siamo noi: perché ciemozionano, ci fanno sbellicare dalle risate e ci ricordano non solo chi siamo, ma anche da dove veniamo. Portate i bambini a vederli, più volte che potete, sarete voi genitori per primi ad innamorarvene.

Il calendario completo degli appuntamenti dei Pupi di Stac sul loro sito www.pupidistac.it

 

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