Sale sul palco Maurizio Clerici, componente di quello storico due senza di stampo biancorosso che alle Olimpiadi di Melbourne del 1956 si fermò in semifinale. Ricorda il compagno Alvaro Banchi, il loro mentore Bruno Bianchi, e piange. Di loro restano immagini ingiallite e un ricordo indelebile. Sale sul palco Filippo Soffici. Viso e ciuffo sono quelli di sempre, quelli felici dell’oro iridato Junior in singolo a Milano nel 1988 e del bronzo olimpico sul quattro di coppia a Barcellona nel 1992. La sua cavalcata in singolo viene riproposta per intero sul maxischermo allestito nel maestoso Salone de’Cinquecento, in Palazzo Vecchio, tra l’ammirazione e l’emozione dei presenti. Maurizio e Filippo sono insieme sul palco. Si abbracciano. Sono la storia olimpica della Società Canottieri “Firenze”, e questi sono i momenti più emozionanti della grande festa allestita dal circolo remiero del Ponte Vecchio per le premiazioni non solo del 2011, ma soprattutto della sua storia, tenutasi sabato 14 gennaio.
La storia di un club che nel 2011 ha festeggiato 125 anni, e che li ha voluti ripercorrere alla grande tra immagini, ricordi e le parole dei protagonisti di una storia infinita.
Dunque via, con la voce storica del canottaggio in Toscana, Franco Morabito, a far da Caronte nei meandri dei successi biancorossi, al cospetto di personalità come il sindaco di Firenze Matteo Renzi, socio del circolo per altro, del suo vice nonché assessore allo sport Dario Nardella, del presidente della “Firenze” notaio Massimo Cavallina Semplici, del presidente del CONI regionale Paolo Ignesti, di quello provinciale fiorentino Eugenio Giani e, in rappresentanza della Federazione Italiana Canottaggio, il vicepresidente Stefano Comellini.
La cerimonia non ha lasciato nulla al caso. Sotto i riflettori sono passati infatti tutti, ma proprio tutti coloro che hanno dato qualcosa alla Canottieri “Firenze” per rendere ancor più grande la sua storia. Come i soci con oltre 50 anni di associazione al circolo. Come i presidenti del passato. Come i campioni del mondo. Come le società gemellate. Come le grandi glorie, oltre cinquanta atleti che nel corso degli anni hanno portato in azzurro i colori bianco-rossi. Come gli atleti del dragon boat dominante in Italia e nel Mondo da dieci anni a questa parte.
Senza dimenticare chi purtroppo non poteva essere presente, come Francesco Fossi, la stella cresciuta e affermatasi sulle acque dell’Arno e oggi, da membro delle Fiamme Gialle, in preparazione per i Giochi di Londra, sulle orme di Banchi, Clerici e Soffici. O come Filippo Giannini, campione del Mondo Junior nel 1988 (la stessa rassegna iridata dove Soffici trionfò sul singolo) a capovoga del quattro senza; quando il maxischermo mostra il filmato della gara, i soci della Canottieri si emozionano ancora come 20 anni fa, quando a 300 metri dall’arrivo la barca di Filippo era fuori dal giro delle medaglie, nel quale poi rientrò con prepotenza fino all’oro grazie ad un rush finale epico condotto dall’atleta fiorentino.
Su tutti poi, ovviamente, loro, squadra agonistica e staff tecnico guidato da Luigi De Lucia, ovvero coloro che oggi continuano a sudare e faticare per far sì che il nome della Società Canottieri “Firenze” sia sempre e comunque sinonimo di blasone, tradizione e vittorie.
Come è stato nel 2011: undici titoli italiani, due atleti oro iridato Junior e uno bronzo iridato Junior, quattro atleti campioni d’Europa Junior, il quarto posto su oltre 190 sodalizi in Coppa Montù, la classifica a punti riservata all’attività agonistica da Senior a Ragazzi, il secondo su oltre 160 club nel Trofeo D’Aloja, graduatoria a punti riservata ai più piccoli, gli Allievi ed i Cadetti.
Una festa in grande, come doveva essere. E come si spera sarà ancora in futuro. 125 anni dopo tutto non sono poi tanti, se si ha fame di nuovi successi.