Orto urbano, un fazzoletto di verde strappato al cemento: i toscani rispolverano vanga e rastrello. Sono in arrivo 100mila appezzamenti da far coltivare a chi non ha un giardino dove crescere ortaggi e frutta. Giovani, anziani, famiglie e associazioni di volontariato: saranno loro ad adottare questi pezzetti di terreno, messi a disposizione dai Comuni in modo gratuito.
Il primo passo del progetto “100mila orti in Toscana”, lanciato dalla Regione, è il protocollo siglato insieme all’Anci regionale e a 6 comuni che già hanno esperienza in fatto di agricoltura di città (Firenze, Bagno a Ripoli, Siena, Livorno, Grosseto e Lucca).
La task force per gli orti urbani della Toscana
Nasce ora un team di lavoro per spandere a macchia d’olio in tutta la Toscana gli orti urbani: appezzamenti di terreno (ottenuti riqualificando zone pubbliche) e coltivazioni fuori terra in grossi vasi o vasche, con intorno tutta una serie di servizi (come impianti di irrigazione e bagni) per trasformare l’agricoltura urbana anche in un momento per socializzare, valorizzare le antiche varietà locali e scambiarsi informazioni sulle tecniche di coltivazione. Secondo il cronoprogramma i Comuni potranno far partire il progetto entro il 31 dicembre 2016.
Gli orti sociali a Firenze
Solo a Firenze esistono 800 orti sociali in varie zone della città: da Careggi all’Argingrosso. Il Comune affida gratuitamente queste aree, con bandi pubblicati in ogni quartiere, piccoli appezzamenti di terra, tra i 50 e i 100 metri quadrati, dotati di tutti i comfort del contadino moderno: impianti di irrigazione, mobiletto per gli attrezzi e servizi igienici. Sono ricavati dividendo terreni di proprietà pubblica in tanti mini-campi e devono essere coltivati con concimi biologici e senza pesticidi chimici.