A seguito della nuova direttiva europea sulle “case green” arriva lo stop al bonus per la sostituzione della caldaia con impianti alimentati esclusivamente a gas metano: la fine di questa agevolazione fiscale, per il riscaldamento singolo o condominiale, è fissata quindi al 31 dicembre 2024. Non è escluso che in futuro arrivino nuovi sostegni, concentrati però su soluzioni più “verdi”, non alimentante soltanto tramite combustibili fossili.
Stop alle caldaie a gas dal 2040 e all’ecobonus dal 2025
La nuova direttiva europea sulle case green approvata dal Parlamento europeo il 12 marzo 2024 ha stabilito che entro il 2040 i Paesi membri dovranno dire addio alle caldaie a combustibili fossili (compreso il gas metano), mentre dal 2025 saranno aboliti tutti i bonus fiscali che riguardano la sostituzione della vecchia caldaia con una nuova a combustibili fossili. La norma dovrà ricevere ora l’ok del Consiglio europeo e poi essere pubblicata per entrare in vigore ed essere recepita dai diversi Stati. Va detto che il 2040 è un termine “flessibile” e non sono previste sanzioni per i Paesi in ritardo con l’applicazione, quindi saranno possibili degli slittamenti per quanto riguarda il bando totale degli impianti che usano combustibili fossili.
L’Ue ha previsto comunque la possibilità di introdurre incentivi per incoraggiare l’acquisto di impianti che sfruttano energie rinnovabili e per apparecchi ibridi, che mettono insieme caldaie e pompe di calore (ossia il “condizionatore” che funge anche da riscaldamento) gestite da una centralina unica. Nei prossimi mesi l’Ue dovrà poi sciogliere i dubbi sull’impiego di biometano e idrogeno.
Chi può richiedere e come funziona il bonus sostituzione caldaia a gas 2024
Dunque chi vuole cambiare la vecchia caldaia con una nuova a condensazione alimentata a gas metano avrà tempo per usufruire dell’ecobonus fino al 31 dicembre 2024, anche senza la ristrutturazione di casa. Per capire a quanto a ammonta il bonus per la sostituzione della caldaia, bisogna prendere in considerazione il tipo di intervento che si effettua, se sull’impianto singolo o su quello condominiale per il riscaldamento.
Ecco in sintesi quanto viene riconosciuto:
- Detrazione del 50% della spesa – sostituzione con una caldaia a condensazione dalla classe A in su oppure con impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
- Detrazione del 65% della spesa – se la caldaia viene cambiata con un impianto almeno in classe A, dotato anche di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VIII (ossia speciali sensori ambientali collegati alla centralina);
- Detrazione dal 70 al 75% – sostituzione della caldaia condominiale (la percentuale varia a seconda di quanto migliora la classificazione energetica);
- Detrazione dell’80% – per condomini nelle zone sismiche 1, 2 e 3 che compiono lavori per la riduzione del rischio sismico e la riqualificazione energetica, se gli interventi determinano il passaggio a una classe di rischio inferiore (la detrazione sale all’85% per due classi di rischio in meno).
Come viene “pagato” il bonus caldaia
Dal 17 febbraio 2023, il decreto cessioni ha stabilito lo stop allo sconto diretto in fattura anche per il bonus caldaia a gas, dunque fino al 31 dicembre 2024 si potrà godere di questa agevolazione solo sotto forma di detrazione fiscale. In parole povere al cittadino, in sede di dichiarazione dei redditi, sarà riconosciuto uno “sconto” sulle tasse in base alle spese sostenute per la sostituzione della caldaia. La detrazione viene spalmata su 10 anni con 10 rate di pari importo.
Facciamo un esempio concreto. Se si cambia la caldaia con una a condensazione di classe A e si spendono 1.000 euro entro il 31 dicembre 2024, si avrà diritto a una detrazione del 50%, ossia di 500 euro totali, che saranno riconosciuti a partire dalla dichiarazione dei redditi del prossimo anno sotto forma di bonus. In particolare ogni anno, fino al 2035, verrà calcolato un credito di 50 euro. I dettagli su queste misure si trovano anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate e su quello dell’Enea.