Il Tepidarium del Roster è l’elegante serra del Giardino dell’Orticoltura di Firenze, realizzata nella seconda metà dell’Ottocento, che oggi ospita eventi pubblici o privati per periodi limitati di tempo. Un tempo però nacque con un motivo ben preciso e nel corso degli anni ha mantenuto anche un primato, grazie alle sue “fattezze”. Questo piccolo gioiellino in stile liberty è custodito nello spazio verde che si trova fra via Vittorio Emanuele II e via Bolognese, poco fuori dal centro storico. Un luogo ricco di storia, arte e botanica.
Che cos’è il Tepidarium del Roster e la sua storia
La storia ha inizio nel 1880, quando la Federazione orticola italiana incarica la Regia società toscana di organizzare la prima esposizione nazionale nel Giardino dell’Orticoltura a Firenze. Per l’occasione decisero di realizzare un tepidario (o Tepidarium). Ma cos’è? Si tratta di una grande serra riscaldata attraverso delle stufe, destinata ad accogliere piante esotiche di tutti i tipi. E a chi fu affidato il progetto? All’architetto e ingegnere Giacomo Roster, da cui naturalmente l’edificio ha preso il nome.
Già collaboratore di Giuseppe Poggi nella realizzazione dei viali e degli edifici di piazza Beccaria, l’uomo ideò un progetto che ebbe da subito un gran successo, tanto da essere accumunato alle grandi architetture di ferro e vetro europee, tra le quali si ricorda il Palazzo di Cristallo di Joseph Paxton (1851) a Londra. Dopo l’inaugurazione del 19 maggio 1880, un cronista del quotidiano La Nazione lo accostò infatti a questo importante edificio spagnolo.
La serra del Giardino dell’Orticoltura di Firenze è la più grande d’Italia?
Certo che sì! Il Tepidarium del Roster è il più grande in Italia e uno dei più grandi in Europa. Com’è fatto? La serra nel Giardino dell’Orticoltura di Firenze presenta una pianta rettangolare e misura 38,50 per 17 metri di larghezza con un’altezza massima, nella navata centrale, di 14 metri. Gli oltre 650 metri quadri di superficie sono sovrastati da una copertura con “tegole” di vetro che si sovrappongono in modo tale da non far filtrare la pioggia all’interno.
La realizzazione in ferro del tepidario venne affidata alle Officine Michelucci, con le 24 colonne portanti in ghisa della fonderia Lorenzetti, cave proprio per far defluire le acque piovane. Al suo interno era riscaldata da stufe e ospita due vasche con nicchie decorate da rocce spugnose sul modello delle grotte di Boboli. Un omaggio all’architettura manierista ad opera dell’intagliatore fiorentino Francesco Marini. Attorno alla navata centrale, a circa 6 metri di altezza, corre poi un ballatoio dal quale era possibile osservare dall’alto le piante esposte.
Il tepidarium dell’Orticoltura ha una peculiarità: oltre ad ospitare piante, sia in terra che in vaso, nel corso degli anni è stato utilizzato anche come sede di mostre ed esposizioni, ma anche per manifestazioni musicali e artistiche. Un edificio che ha quindi tante sfaccettature culturali, oltre al suo uso più immediato, quello botanico naturalmente. Ancora oggi è uno degli spazi dove ogni anno tra il ponte del 25 aprile e quello del 1° maggio si svolge la mostra di fiori e piante, organizzata dalla Società Toscana di Orticultura.
La serra è stata sempre così bella o ha avuto anche qualche “accidente”?
Durante tutto l’arco temporale del Novecento, il Tepidarium del Giardino dell’Orticoltura ebbe un declino inesorabile e costante, soprattutto nel periodo a cavallo delle guerre mondiali. Per questo motivo, ha subito anche due interventi di restauro: il primo tra il 1933 e il 1936 e il secondo negli anni Duemila, tornando all’antico splendore.