È un giro del mondo in una manciata di piazze. Erii, nome nipponico a cui i genitori hanno aggiunto una “i” in onore dell’Italia, tra una tappa e l’altra spiega le tradizioni giapponesi. Jackline, un ovale ebano incorniciato da lunghe treccine, racconta di quando – arrivata dal Kenya – si trovò nei panni dell’aiuto vigile.
E ancora, Zakaria, origini algerine, accompagna il gruppo dentro la “moschea” di Borgo Allegri. Haswell è un insegnante missionario che viene dal Malawi, Nina e Guilherme una coppia di brasiliani trapiantati all’ombra del David.
Stranieri che “guidano” i fiorentini
È il loro sguardo a guidare i turisti urbani in vicoli e stradine alla scoperta di una faccia poco conosciuta della città: 2 ore di passeggiata, tanti dettagli a chilometri zero che portano lontano. Il percorso si snoda intorno al melting pot in salsa fiorentina di via Palazzuolo, divisa tra botteghe tradizionali, macellerie islamiche e kebabbari, o nel cuore di Sant’Ambrogio, nella sinagoga e nel centro di preghiera musulmano, nelle associazioni e nei ristoranti esotici.
Mygrantour a Firenze
Il progetto Mygrantour è nato nel 2010 a Torino grazie ai fondi europei e a un pool di associazioni fra cui Oxfam Italia e la cooperativa di turismo responsabile Viaggi solidali. Nel 2013 è arrivata da noi, a Roma, Genova e Milano. In pochi anni 11mila persone hanno partecipato alle passeggiate migranti nelle cinque città.
Oggi questa esperienza si sta espandendo a macchia d’olio in Italia e in Europa. L’anno scorso, in riva all’Arno, una ventina immigrati di prima e seconda generazione hanno imparato l’abc dell’accompagnatore interculturale. Alcuni sono fiorentini quasi dalla nascita, come Erii che qui ha spento la prima candelina. Jackline è arrivata in Italia da due decenni. Altri hanno varcato il confine da una manciata di anni portando con sé tradizioni, storie e speranze.
Visita alla Firenze migrante
“È un viaggio sulle tracce delle migrazioni di ieri e di oggi e su come queste abbiano arricchito Firenze – dice Stefania Carrara di Oxfam Italia, che segue il progetto – non è un esperto a parlare, sono racconti in prima persona. Abbiamo lasciato da parte gli aspetti turistici e gastronomici per concentrarci sull’incontro di culture e religioni”.
Tutti parlano l’italiano, c’è chi ha una “c” aspirata da far impallidire gli autoctoni. “Per loro queste escursioni sono anche un’occasione di reddito – precisa Stefania Carrara – ci vuole preparazione e impegno per condurre le passeggiate”.
Come partecipare alle passeggiate
Le visite sono aperte a tutti, grandi e piccoli. Molte quelle dedicate alle scuole. Per partecipare basta prenotare il tour (tel. 055 3220895, [email protected]) che costa tra i 5 e i 10 euro, a seconda se è prevista anche una degustazione. E presto arriverà un terzo itinerario nell’ombelico multietnico di Firenze, San Lorenzo.
Per informazioni è attiva anche una pagina Facebook dedicata alle passeggiate migranti per le strade di Firenze.