Dopo il primo flash regna un silenzio tombale. Dal secondo in poi, dietro la tendina, scoppiano sonore risate. 5 ragazzi sono appollaiati su uno sgabello in un bugigattolo più piccolo di un metro quadro. Fascino della fotocabina versione anni Settanta: quattro scatti diversi uno dall’altro, niente digitale, fototessere in bianco e nero che spuntano fuori dalla fessura dopo cinque minuti di attesa.
Da quattro anni e mezzo, nel centro di Firenze sono attive 3 cabine vecchio stile (via dell’Agnolo, piazza Stazione e via del Proconsolo). Tutti pezzi originali che arrivano da mezzo mondo, restaurati da un ex scenografo fiorentino.
Vecchie cabine per fototessera anche in Oltrarno?
Matteo Sani, 41 anni d’età di cui 14 passati nel mondo del cinema, si è scoperto un appassionato del selfie vintage. Adesso il suo sogno è portare queste cabine in Oltrarno, ma le richieste di autorizzazione vengono puntualmente bocciate dal Comune o dalla soprintendenza. “Ho inviato una grandinata di domande per l’occupazione di suolo pubblico, papiri di documenti, pagato i bollettini di rito. Niente. Non demordo”, dice amareggiato.
Chi è mister selfie
Matteo Sani è la mente di “Fotoautomatica”, progetto per riportare in vita vecchie fotocabine abbandonate, rispettando lo stile originale e rimettendo in moto i meccanismi analogici. “Dentro non c’è niente di elettronico – precisa – se la macchina si inceppa, la apri e capisci subito cos’è successo”.
Matteo Sani e una delle sue cabine per fototessera
La sua singolare collezione vanta una quarantina di pezzi tra cabine già recuperate, pronte per entrare in servizio (autorizzazioni permettendo), ed esemplari da rimettere a nuovo. Arrivano da mezzo mondo: ci sono i modelli americani “tutti in legno, belli da morire”; molti provengono dall’est Europa.
La storia di Fotoautomatica
La prima “stanza dell’autoscatto” è ricomparsa a Firenze nel 2010. Da allora è stato un crescendo di scatti, tant’è che Matteo assicura di vivere solo con questo lavoro. Il prezzo per 4 fototessere è rimasto lo stesso (2 euro), sempre più fiere affittano le vecchie cabine per i propri eventi, mentre per le strade di Firenze sono soprattutto i turisti ad andare pazzi per l‘autoscatto in bianco e nero.
“Tutti sono belli in bianco e nero”
Forse sarà merito del fascino dell’analogico, dell’imprevedibilità della foto senza preview nell’era dei selfie tecnologici. “È la macchinetta che decide per te. Una volta inserita la moneta sei fritto – spiega divertito – garantisco però che in bianco e nero anche i brutti come me vengono bene”.