venerdì, 13 Giugno 2025
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Calano i ricoveri, 139 nuovi casi: il bollettino sul coronavirus in Toscana

Nuovi casi stabili e decessi in linea con quelli registrati 24 ore fa: sono queste in sintesi le ultime notizie sull’andamento dell’epidemia di coronavirus in Toscana, in base ai dati aggiornarti ad oggi, mercoledì 15 aprile, e contenuti nel bollettino della Regione, trasmesso alla protezione civile nazionale. Nel dettaglio sono 139 i contagi in più (24 ore fa erano stati 137) per un totale di 7.666 casi di positività al Covid-19 dall’inizio dell’emergenza sanitaria.

Notizie positive arrivano sul fronte dei guariti, che salgono ancora, e dagli ospedali dove continuano a calare i pazienti ricoverati.

Coronavirus in Toscana: i dati del bollettino di oggi (15 aprile) e le ultime notizie

I decessi sono 2 in meno rispetto al precedente bollettino: 18 in tutto, 8 uomini e 10 donne, per un’età media di 87 anni. La stragrande maggioranza dei morti presentava altre patologie pregresse. In Toscana il tasso di letalità (ossia il numero di deceduti su casi positivi totali) si attesta al 7,2%, contro la media italiana che ieri era del 13%.

In Toscana, secondo le ultime notizie aggiornate al 15 aprile, si registrano inoltre 56 nuove guarigioni, che portano i pazienti dimessi fino ad ora a quota 693: 361 persone non presentano più i sintomi e sono quindi clinicamente guarite, mentre 332 pazienti sono risultati negativi al coronavirus in due tamponi consecutivi e quindi sono completamente guariti.

Calano anche i ricoveri, che ad oggi sono in tutto 1.193, 34 in meno rispetto al precedente bollettino, di cui 216 in terapia intensiva (- 9 rispetto a ieri). Il dato dei ricoveri non era cosi basso dallo scorso 25 marzo. Gli isolamenti domiciliari in Toscana salgono a 5.224 persone, 99 in più: si tratta di soggetti positivi al coronavirus ma che presentano sintomi lievi, che non richiedono cure ospedaliere, o che risultano privi di sintomi.

L’andamento del coronavirus in Toscana: zero nuovi contagi a fine aprile?

Coronavirus, le news dalla Toscana: l’andamento del contagio

Le ultime notizie confermano che a livello territoriale Massa Carrara è la provincia più colpita dal coronavirus in Toscana, se si vede il rapporto tra i casi e il numero di abitanti, seguono Lucca e Firenze, mentre Livorno è quella meno interessata dal contagio. Ecco in dettaglio l’andamento per zona: 2.372 i casi totali a Firenze (61 in più rispetto a 24 ore fa), 411 a Prato (+7), 516 a Pistoia (+3), 881 a Massa (+8), 1.073 a Lucca (+), 733 a Pisa (+6), 415 a Livorno (+5), 522 ad Arezzo (+35), 375 a Siena (+), 368 a Grosseto (nessun nuovo contagio).

Guarda la mappa del contagio in Toscana

Ad oggi, 15 aprile, i tamponi eseguiti in Toscana per il coronavirus sono in tutto 86.348, con 2.537 test in più rilevati da questo bollettino. Infine sono 17.332 le persone, in isolamento domiciliare e sorveglianza attiva perché hanno avuto contatti con contagiati.

Tari Firenze 2020: arrivano i bollettini, ma c’è più tempo per pagare

A Firenze stanno iniziando ad arrivare gli avvisi di pagamento della Tari 2020, ossia la tassa sui rifiuti: vista l’emergenza coronavirus il Comune ha però deciso di allungare i tempi in cui i cittadini potranno pagare i bollettini, senza incorrere in maggiorazioni o mora. Si tratta di quasi 200 mila utenti tra famiglie e attività produttive e commerciali, che in questi giorni hanno visto recapitarsi le lettere nella cassetta della posta.

Quando pagare la Tari 2020 a Firenze?

Negli avvisi la data della prima scadenza è quella del 30 aprile, mentre quella della seconda il 31 luglio, c’è però un’avvertenza: i cittadini possono effettuare il pagamento della prima rata della Tari 2020 entro il prossimo 30 giugno senza maggiorazioni, sanzioni e interessi.

Per informazioni sono comunque attivi i contatti di Alia: il numero verde 800.888.333 che risponde dal lunedì al venerdì in orario 8.30-19.30 e il sabato 8.30-14.30 (199.105.105 oppure 0571 1969333 da cellulari o da fuori distretto) e la mail [email protected]. Si ricorda che gli sportelli Tari di Alia sono chiusi al pubblico per l’emergenza coronavirus.

Come fare il calcolo della Tari

La tassa sui rifiuti varia a seconda delle situazioni, perché viene calcolata in base ai componenti del nucleo familiare e ai metri quadrati dell’abitazione, compresi anche garage, solai e cantine. Sul sito dedicato alla Tari dell’area di Firenze, Prato e Pistoia è possibile usare lo strumento di calcolo online per avere una simulazione di quanto si dovrà pagare.

Sospensione del pagamento della tassa dei rifiuti?

Intanto il capogruppo della Lega a Palazzo Vecchio Federico Bussolin ha chiesto alla giunta comunale di Firenze che il pagamento della tassa sui rifiuti sia sospeso fino al termine dell’emergenza coronavirus e di prevedere un’esenzione per le attività chiuse a causa del lockdown.

Non sono arrivate le mascherine? Il Comune di Firenze attiva un sito

Un sito internet per richiedere la consegna delle mascherine gratuite, se ancora non si sono ricevute a casa grazie alla distribuzione fatta porta a porta in tutta Firenze. Il Comune ha messo online un form per i cittadini che ancora non si siano visti arrivare direttamente a domicilio questi dispositivi, presto obbligatori anche in città, come nel resto della Toscana.

Al momento, spiega Palazzo Vecchio, si è conclusa la distribuzione delle mascherine gratuite per i residenti, mentre da qui a venerdì 17 aprile  saranno recapitate a chi è domiciliato a Firenze o a chi non le ha avute per varie problematiche. L’obbligo di indossare questi dispositivi scatterà nei prossimi giorni “forse già da sabato”, ha annunciato durante il Consiglio comunale la vicesindaca Cristina Giachi, chiarendo che in ogni caso il Comune darà comunicazione ufficiale sui propri canali istituzionali dell’entrata in vigore dell’ordinanza regionale.

Come richiedere la consegna delle mascherine a Firenze

Fin qui sono state consegnate 741 mila mascherine a 189 mila famiglie, mentre 2 mila persone si sono rivolte al Comune perché ancora non le hanno ricevute: in questo caso per richiedere la consegna delle mascherine è possibile collegarsi a questo link sul sito del Comune di Firenze inserendo i propri dati, il codice fiscale, l’indirizzo e indicando se si è uno studente fuori sede. “Non c’è bisogno di fare le corse: le mascherine ci sono per tutti”, assicura la vicesindaca Giachi.

La Regione Toscana intanto ha dato più tempo ai Comuni, fino a domenica 19 aprile,  per concludere la distribuzione delle mascherine gratuite a tutti i cittadini, dopodiché scatterà l’obbligo di indossare le mascherine nei luoghi accessibili al pubblico, siano all’aperto o al chiuso, pena una multa da 400 euro in su. Sono esentati solo i bambini fino ai 6 anni e chi ha problemi di salute certificati da un medico.

“Resta inteso che i dispositivi di protezione non sono il lasciapassare per uscire di casa come e quando ci pare”, ha sottolineato la vicesindaca. È consentito lasciare la propria abitazione sempre per i motivi previsti dai decreti del governo sull’emergenza coronavirus: lavoro, salute, necessità e urgenza.

Fondo di garanzia per le imprese: il modulo per i prestiti fino a 25.000 euro

Arrivano i prestiti per le piccole e medie imprese, come previsto dal Decreto liquidità: è stato pubblicato il modulo con il quale le pmi possono fare domanda a un fondo di garanzia finanziamenti per un massimo di 25000 euro, a seguito dei danni economici registrati per l’emergenza coronavirus.

Chi può richiedere finanziamenti al Fondo di garanzia

Si tratta di prestiti con una garanzia del 100%, che però non scattano in automatico: l’erogazione è subordinata al via libera dei Fondi di garanzia. Prevista inoltre la possibilità di controlli ed ispezioni in azienda da parte del gestore del fondo.

Questo tipo di finanziamenti è destinato solo a piccole e medie imprese, con meno di 500 dipendenti, e copre una somma che non deve superare un quarto dei ricavi (e rimanere entro i limiti dei 25.000 euro)

Il modulo per richiedere prestiti per piccole e medie imprese

Per richiedere finanziamenti fino a 25.0000 euro le imprese e i lavoratori autonomi devono quindi compilare il modulo denominato “Allegato 4 bis – Modulo richiesta agevolazione soggetto beneficiario” pubblicato sul sito dei Fondi di garanzia e su quello del Mise, il Ministero per lo Sviluppo economico, inserendo tutte le informazioni necessarie e inviando il modello via mail, anche usando posta elettronica non certificata insieme a una copia del documento di chi lo firma.

Tra le varie informazioni da riportare nel modulo il codice Ateco dell’attività, le finalità per sono richiesti i prestiti, oltre alla dichiarazione che l’azienda è stata danneggiata dall’emergenza coronavirus dimostrando la contrazione degli affari con l’ultimo bilancio depositato o l’ultima dichiarazione fiscale (per le imprese che si sono costituite dopo il primo gennaio 2019 è sufficiente un’autocertificazione). Vanno inoltre specificati gli altri aiuti economici e le agevolazioni fiscali di cui si è goduto in seguito ai vari decreti per l’emergenza coronavirus.

Scarica il modulo per i prestiti alla pmi fino a 25.000 euro (pdf e word)

Dai link qui sotto è possibile scaricare il modulo per le piccole e medie imprese:

Il modello è disponibile, insieme a tutte le informazioni, anche sul sito Fondidigaranzia.it.

Chi può metta, chi non può prenda: mappa delle ceste sospese a Firenze

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Alla fermata dell’autobus, davanti al supermercato, sulla finestra di casa e dal benzinaio dietro l’angolo: un pacco di pasta, una scatola di riso o una confezione di legumi lasciati per chi ha bisogno. Anche Firenze è stata invasa dalle “ceste sospese”, che compaiono in strade e piazze con lo stesso invito “Chi può metta, chi non può prenda” e c’è anche chi ha pensato fare una mappa di questa gara di solidarietà spontanea.

Su Google Maps è comparsa infatti la cartina condivisa dei luoghi della città dove si trovano questi punti di raccolta alimentari autorganizzati, che crescono di giorno in giorno: nei contenitori disposti in vari angoli dei quartieri un cartello invita chi vuole a lasciare in dono alimenti di prima necessità e chi ha bisogno a prendere ciò di cui necessita. Insomma, una spesa sospesa fai-da-te, promossa dagli stessi cittadini. E in alcune zone ci sono perfino i giocattoli per i più piccoli e dischi per intrattenere i grandi durante la quarantena.

La mappa della “ceste sospese” a Firenze

A Firenze è possibile incontrare le ceste sospese in tutte le zone, dal centro alla periferia, e ognuno può aggiornare questo monitoraggio georeferenziando la propria segnalazione su Google. I luoghi sono i più diversi: alcuni cesti sono appesi ai davanzali di abitazioni private, altri sono stati lasciati vicino alle attività commerciali come bar, farmacie e supermercati. Altri ancora sono spuntati alla fermata dell’autobus o sulle panchine.

“Chi può metta, chi non può prenda”

Al momento questo censimento web comprende una quarantina di punti, incluse alcune attività commerciali che offrono alimenti o cestini per il pranzo a chi si trova in stato di necessità, a seguito dell’emergenza coronavirus. A lanciare l’appello “Chi può metta, chi non può prenda” è stato anche il Benzivendolo di piazza Alberti, alias Andrea Di Salvo, un vero e proprio punto di riferimento per i tifosi della Fiorentina. Accanto alla sua pompa, ha messo due cassette che ogni giorno si riempiono di confezioni di cibo.

Questo il link della mappa su Google dove individuare le ceste della solidarietà di Firenze più vicine a casa. Qui invece altre buone notizie dalla quarantena.

Bonus 600 euro, al via il pagamento. E per aprile sale a 800 euro

È iniziato il pagamento del bonus di 600, l’indennità che spetta ai lavoratori autonomi, ai cococo e alle partite Iva che hanno visto ridursi i loro introiti a causa dell’emergenza coronavirus. Si tratta di uno degli aiuti economici previsti dal primo pacchetto di misure varate dal decreto Cura Italia. Intanto ci sono novità: mentre sul sito dell’Inps è ancora possibile fare domanda per il bonus riferito al mese di marzo, il governo sta pensando a far salire l’indennità di aprile-maggio da 600 a 800 euro.

Inps: pagamento del bonus da 600 euro ad aprile

L’Inps ha annunciato di aver avviato le procedure di pagamento del bonus di 600 euro riferite al mese di marzo: in tutto sono stati 4 milioni i lavoratori che ne hanno fatto finora richiesta, tra autonomi, liberi professionisti, partite Iva, cococo, stagionali, operai agricoli e lavoratori dello spettacolo. Ai primi 1,8 milioni di lavoratori l’indennità è stata già accreditata sul conto corrente, gli altri riceveranno il sussidio entro il 17 aprile.

Si può fare ancora richiesta: a chi spetta il bonus da 600 euro

Intanto è possibile ancora fare richiesta di questa indennità sul sito dell’Inps: per presentare domanda bisogna però collegarsi al portale in orari specifici, perché gli accessi sono stati contingentati. Ecco le finestre per collegarsi: dal lunedì al venerdì dalle ore 16.00 alle 8.00 per i cittadini (dalle 8.00 alle 16.00 per i patronati e gli intermediari abilitati), mentre il sabato e la domenica non ci sono restrizioni.

Per accedere sono necessarie le credenziali Spid oppure un pin semplificato da richiedere all’Inps o ancora si può usare la carta di identità elettronica grazie a un lettore contactless o alla nuova app per smartphone CIE ID (qui i dettagli).

Ecco a chi spetta il bonus da 600 euro, il cui pagamento sarà fatto direttamente sul conto corrente indicato in fase di richiesta:

  • partite Iva (attive alla data del 23 febbraio 2020), iscritte alla gestione separata dell’Inps;
  • cococo (contratto attivo al 23 febbraio 2020) iscritti alla gestione separata dell’Inps;
  • lavoratori autonomi iscritti alle gestioni speciali dell’Ago, come artigiani, commercianti, agricoltori;
  • lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che abbiano terminato il rapporto di lavoro dal primo gennaio 2019 al 17 marzo 2020;
  • operai agricoli con almeno 50 giornate di lavoro agricolo dipendente nel 2020;
  • lavoratori dello spettacolo iscritti al Fondo pensioni dello spettacolo con almeno 30 contributi giornalieri nel 2019 e un reddito inferiore ai 50 mila euro.

A questi si sono aggiunti i professionisti delle casse autonome, per esempio ingegneri, architetti e giornalisti, che però devono fare domanda ai propri istituti di previdenza che hanno stabilito i criteri per l’erogazione del sussidio.

Da 600 a 800 euro: l’indennità sale per aprile-maggio con un nuovo decreto

Entro il mese di aprile arriverà poi una seconda tranche di aiuti in favore di lavoratori e famiglie, per rinnovare e in alcuni casi ampliare quanto previsto dal decreto Cura Italia: per gli autonomi, i liberi professionisti e le partite Iva il governo ha confermato che sta studiando la possibilità di alzare il bonus da 600 a 800 euro in pagamento già alla fine del mese.

Una cifra “verosimile” ha commentato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. “Non pagheremo solo quelli che già sono stati pagati con i 600 euro per marzo – ha detto a ‘Porta a Porta’ – ma anche coloro che avendo i requisiti faranno domanda aggiuntiva: tutti coloro che avranno ricevuto l’indennità di marzo l’avranno entro fine aprile sul conto”.

Villa Bardini, il glicine fiorisce… in streaming

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La fioritura del glicine nel Giardino di Villa Bardini a Firenze è uno degli appuntamenti che da tradizione, per fiorentini e turisti, segna l’arrivo della primavera. Quest’anno il Giardino e la Villa sono chiusi nel rispetto delle misure per evitare la diffusione del Coronavirus, ma il meraviglioso spettacolo della pergola fiorita si potrà ammirare ugualmente… in streaming. Grazie a una webcam che riprende in diretta la fioritura, lo spettacolo della natura che rinasce sarà visibile “a distanza” in tempo reale. Basta collegarsi al sito www.villabardini.it/webcam.

Villa Bardini, la fioritura del glicine in streaming

L’iniziativa è promossa dalla Fondazione CR Firenze e dalla Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron per celebrare uno dei momenti più attesi dai visitatori provenienti da tutto il mondo.

Villa Bardini, un fiore di speranza per Firenze

“Il momento della fioritura di quest’anno – afferma Jacopo Speranza, presidente della Fondazione Parchi monumentali Bardini e Peyron – ha un significato simbolico importante. Nonostante le necessarie misure restrittive in corso, la natura infatti va avanti e la fioritura del glicine vuole essere un messaggio che invita al ritorno alla normalità e alla vita di ogni giorno. Speriamo che le immagini della pergola colorata di lilla possano in qualche modo allietare le difficoltà che stiamo attraversando ed essere di augurio per questa Pasqua”.

Test sierologico, in Toscana via allo screening su 400 mila persone

La Regione Toscana ha raggiunto un accordo con 61 laboratori di analisi privati e sottoporrà al test sierologico 400 mila cittadini delle categorie ritenute più esposte al contagio da coronavirus. È quanto annunciato dal presidente Enrico Rossi in una nota.

Nei giorni scorsi la Regione aveva bloccato le iniziative dei laboratori privati che stavano offrendo ai cittadini della Toscana la possibilità di sottoporsi al test sierologico per coronavirus.

Senza negare la possibilità di farlo, la Regione stabilì però che i test si dovevano fare in modo ordinato e dando priorità alle categorie a rischio.  Per questo fu consentito ai laboratori privati di firmare una convenzione e allinearsi con le programmazione dettata dal sistema sanitario regionale.

Test sierologico di massa al via in Toscana

Sono 61 i laboratori privati che hanno dato la propria disponibilità ad effettuare test per conto della Regione.

Ad oggi è in corso un primo blocco di 140.000 test sierologici riservati ai lavoratori della sanità pubblica e privata, a quelli delle Rsa e ai loro ospiti. “L’intervento – ha detto il presidente della Regione Enrico Rossi – si esaurirà entro la fine della prossima settimana. Consentirà una prima valutazione epidemiologica del passaggio del virus tra le categorie di cittadini più esposte a rischio, come lo è la popolazione più anziana. A questi si sono aggiunte le forze dell’ordine, i volontari e le badanti”.

Prima i sanitari e le categorie più esposte

Si partirà poi con il secondo blocco, fino a raggiungere quota 400.000. Ne fanno parte i lavoratori impiegati nei servizi essenziali rimasti aperti fin dal Dpcm dell’11 marzo. La priorità andrà ai lavoratori maggiormente esposti al contatto con altre persone, come quelli della piccola e grande distribuzione alimentare.

Ci sono poi i lavoratori delle aziende che si occupano della raccolta dei rifiuti, i dipendenti pubblici a contatto con l’utenza, gli operatori degli uffici postali, bancari, operatori di servizi a domicilio. E infine riders, personale che si occupa di consegne a domicilio, giornalisti, edicolanti, operatori del trasporto pubblico, delle pompe funebri, i tassisti, chi lavora nella logistica in genere, il personale dei consolati e quello portuale. Si sottoporranno a test sierologico per coronavirus anche gli agenti della polizia comunale e provinciale di tutta la Toscana.

Categoria a parte quella del distretto della carta della Lucchesia, che ha sempre continuato a lavorare e che potrà fornire indicazioni utili sull’impatto del virus all’interno di un’area industriale ben definita.

Coronavirus, andare all’orto si può: ordinanza della Regione Toscana

Coronavirus, come funziona il test sierologico in Toscana

L’accordo tra Regione Toscana e laboratori privati prevede che la Regione fornirà almeno 250.000 kit per il test sierologico a fronte della loro disponibilità ad effettuare almeno 10.000 test al giorno. Oltre ai test su commissione del sistema sanitario pubblico, i laboratori privati potranno effettuare altri esami sierologici in forma privata, ma sempre sui soggetti appartenenti alle categorie di filiera essenziale individuate dal DPCM dell’11 marzo. In questo caso il costo sarà di circa 25 euro.

Tutti i dati dello studio epidemiologico verranno raccolti dalla Regione e caricati su una applicazione per studiare la diffusione del virus suddiviso per categorie di lavoratori.

Rossi: “La più grande iniziativa di screening di massa in Italia”

“Se sommiamo i test in corso per conto del sistema sanitario regionale e quelli che stiamo per affidare ai privati – ha detto Rossi – siamo di fronte alla più grande iniziativa di screening di massa che sia mai stata affrontata in Itali. Ci consentirà di raggiungere ben 400.000 lavoratori tra quelli maggiormente esposti al contagio al fine di tutelare al meglio la loro salute e quella collettiva”.

“È bene ribadire – sottolinea Rossi – che non esistono al momento strumenti assoluti che possono risolvere la diagnostica di un caso nuovo e complesso come quello della diffusione del coronavirus. La nostra politica è quella di sviluppare l’uso dei cosiddetti tamponi. E in Toscana, ne abbiamo fatti oltre 80mila. Siamo dell’idea che una maggiore conoscenza del virus, della sua contagiosità e delle sue caratteristiche può derivare proprio dalla complementarietà tra i tamponi e i test sierologici”.

“Questa complementarietà ci permetterà di tracciare una mappa conoscitiva della diffusione del virus sui casi individuali e di comunità, a partire dalle tipologie di lavoratori testati, al fine di da adottare le migliori strategie di contenimento, di prevenzione e di cura per combattere l’epidemia. Da questa indagine – conclude il presidente – emergeranno utili valutazioni per procedere, d’intesa con il governo nazionale, all’organizzazione della fase 2, che dovrà mettere al primo posto la salute dei lavatori e dei cittadini. Nella giornata di domani verranno definite le questioni organizzative per coinvolgere maggiormente le aziende interessate a partecipare all’indagine”.

Coronavirus, andare all’orto si può: ordinanza della Regione Toscana

Andare al proprio orto si può, anche in un comune diverso da quello di residenza e accompagnati da un familiare: è quanto dispone un’ordinanza del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. L’ordinanza, firmata nel tardo pomeriggio di oggi, fissa le regole anche per il contenimento della fauna selvatica e per le attività selvicolturali durante l’emergenza coronavirus.

Orto e coronavirus, le nuove regole

La regola base rimane il pieno rispetto di quanto previsto dai decreti della presidenza del consiglio e da tutte le norme di sicurezza per il contenimento del contagio da coronavirus.

L’ordinanza (qui il testo completo) stabilisce che chi si dedica alle attività agricole in via amatoriale potrà andare al proprio orto e accudire gli animali da allevamento.

Coronavirus, in Toscana è consentito andare all’orto

Sarà quindi ammesso spostarsi dal proprio domicilio al luogo dove si svolgono le attività agricole, sia all’interno del proprio comune che verso altri comuni. Con il solo limite che non si vada all’orto più di una volta al giorno e accompagnati al massimo da un altro componente del nucleo familiare.

Una notizia molto attesa dagli hobbisti, peraltro in un periodo cruciale per le coltivazioni stagionali.

L’ordinanza stabilisce poi una proroga di 15 giorni del periodo di taglio e di esbosco per i proprietari di boschi e per le imprese di selvicoltura. Una misura, spiega la Regione, che va “anche a tutela della stabilità dell’assetto idrogeologico e della prevenzione degli incendi boschivi e degli attacchi fitopatogeni correlati al cumulo di biomassa sul terreno causata dalla interruzione dei lavori forestali”.

Orto, selvicoltura, fauna selvatica: l’ordinanza della Regione Toscana

Anche per la selvicoltura sarà consentito spostarsi all’interno del proprio comune e verso altri comuni. Di nuovo, non più di una volta al giorno e al massimo in due componenti dello stesso nucleo familiare.

Stabilite anche le misure per il controllo e il contenimento della fauna selvatica, compresi quelli in ambito urbano. Dovranno avvenire tramite la cattura o con interventi di controllo in forma singola, sempre nel rispetto delle norme di sicurezza nazionali.

Le guardie venatorie volontarie incaricate dalla polizia provinciale di effettuare gli interventi di controllo possono giustificare lo spostamento all’interno del comune o verso altri comuni sulla base di quanto riportato nella scheda di intervento di controllo inviata alla Polizia provinciale.

Come si fa una sanificazione, dall’ozono all’alcol: risponde l’esperto

Tuta, mascherina e visiera protettiva sono gli strumenti del mestiere. Ipoclorito di sodio, perossido di idrogeno e ozono sono invece i prodotti e i gas usati durante la bonifica e la sanificazione obbligatoria in ambienti dove è stata appurata la presenza di persone positive al coronavirus, come abitazioni, uffici, negozi o fabbriche.

“È una procedura che segue quanto previsto dalle circolari del Ministero della Salute, effettuata da personale appositamente fermato, al termine della quale viene rilasciata la certificazione di avvenuta sanificazione”. A spiegare come funziona è Giacomo Sestucci, responsabile del settore bonifiche di CAF, cooperativa fiorentina che oltre alla logistica e ai grandi spostamenti con gru e piattaforme aeree si occupa ormai da quasi trent’anni di bonifiche di amianto e adesso anche di bonifiche per il Covid-19.

Le aziende specializzate

CAF è una delle poche aziende del centro Italia autorizzata per questo tipo di operazioni. Diciotto persone formate e sette operative: il team anti-coronavirus è già entrato in azione per “ripulire” gli oltre 35 mila metri quadrati di uffici della Regione Lazio dopo che il governatore Nicola Zingaretti è risultato positivo al coronavirus, mentre adesso la squadra è impegnata nella sanificazione e disinfezione delle strutture collegate ai servizi sociali del Comune di Firenze, dagli alloggi per le donne vittime di violenza ai servizi per i senzatetto.

Coronavirus, come si fa la sanificazione degli ambienti

Per quanto riguarda gli ambienti dove hanno soggiornato persone affette da coronavirus, la sanificazione parte con una normale pulizia con acqua e detergenti, come si fa anche normalmente a casa. Il  passo successivo invece è più professionale: serve per disinfettare a fondo gli ambienti, in modo da eliminare gli agenti patogeni, spruzzando  ipoclorito di sodio allo 0,1% (che comunemente conosciamo come candeggina), perossido di idrogeno allo 0,5% (un po’ più forte della normale acqua ossigenata) e, dove non sia possibile impiegare questi prodotti, etalo al 70% (ossia alcol) come ad esempio per i computer, le tastiere e gli strumenti elettronici.

“Il personale è dotato di dispositivi di protezione idonei, come mascherine filtranti ffp2 o superiori, tuta e vestizione adeguate che proteggono sia dagli agenti infettanti come batteri e virus sia dai vapori delle sostanze utilizzate, che possono provocare irritazioni e bruciature – chiarisce Giacomo Sestucci – inoltre viene seguita una procedure di ingresso e di uscita dai locali, che di fatto, per spiegarla in poche parole, è una sorta di doccia con il disinfettante”. Per questo all’esterno delle strutture da bonificare vengono installati degli speciali spogliatoi dove gli operatori passano prima di entrare in azione e al termine della loro “missione”.

Sanificazione ambientale CAF

Sanificazione ambientale con ozono, come funziona e il costo

Un’altra arma usata contro il coronavirus, è l’ozono che permette una sanificazione e sterilizzazione più profonda: perché si fa? “In genere noi prevediamo anche un’invasione con ozono per due o quattro ore a seconda della grandezza degli ambienti – risponde l’esperto – il locale viene sigillato e il gas arriva in quelle parti difficilmente raggiungibili con i disinfettanti, prendiamo ad esempio una libreria e le pagine di un libro”. Le circolari del Ministero della Salute non parlano esplicitamente di ozono, ma non escludono questa procedura di sanificazione che può rappresentare un’ulteriore garanzia.

Il costo per una bonifica di questo genere può variare molto in base alle caratteristiche degli ambienti, anche perché stiamo parlando di strutture non progettate per una sanificazione costante, come lo sono invece gli ospedali: si parte dai 29 euro a metro quadro minimo 200 mq, fino ad arrivare a cifre più basse anche 2 euro a metro quadrato, per locali grandi migliaia di metri quadrati. Spese che però possono essere più basse se si parla di una “pulizia” meno profonda, ad esempio dove non siano stati accertati casi di coronavirus.

Il “bonus sanificazione”, credito d’imposta

Per le aziende che dispongono una sanificazione degli ambienti il decreto “Cura Italia” ha comunque previsto un bonus sotto forma di credito d’imposta. Viene riconosciuto il 50% di quanto speso per un massimo di 20 mila euro per tutto il 2020. In questa cifra possono rientrare anche le spese per i dispositivi di protezione individuale, come mascherine e visiere protettive, per gel igienizzanti e per le barriere installate in modo da far rispettare la distanza di sicurezza.