Piccoli fiorentini come la famiglia Medici. Potranno percorrere il passaggio sopraelevato che sovrasta via della Ninna, accanto a Palazzo Vecchio, e approdare così dal palazzo pubblico di Firenze agli Uffizi attraverso un percorso “segreto” che normalmente è chiuso al pubblico.
Dal prossimo ottobre, annuncia la direzione delle Gallerie degli Uffizi, i ragazzi delle classi quarte e quinte della scuola primaria e le prime della secondaria di primo grado parteciperanno a due laboratori didattici i (uno la mattina e uno al pomeriggio) di due ore e mezzo ciascuno che inizieranno a Palazzo Vecchio e si concluderanno agli Uffizi. L’iniziativa, intitolata “Uscio e bottega. Residenza e galleria dei Medici nel Cinquecento” si svolgerà ogni lunedì, nel giorno di chiusura della Galleria.
Palazzo Vecchio e Uffizi, uniti per la prima volta
Con questa iniziativa, per la prima volta, museo di Palazzo Vecchio e gli Uffizi saranno uniti in un unico percorso. Non un vero e proprio “Percorso del Principe”, così come avveniva ai tempi dei Medici, perché il progetto non interesserà il Corridoio Vasariano, ma i primi passi di un'unione caldeggiata da tempo dal sindaco Dario Nardella e dal Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt.
A Palazzo Vecchio gli studenti approfondiranno la vita dei Medici, dai loro appartamenti al Salone dei Cinquecento, mentre agli Uffizi potranno approfittare del museo chiuso per visitare in tutta tranquillità – e in versione “esclusiva” – il Primo Corridoio con le sue sale e la Tribuna. Il progetto sarà inserito nelle “Chiavi della città” e servirà ad approfondire arte, storia e consuetudini della corte medicea del XVI secolo. La partecipazione delle scuole è gratuita.
“Per tutti i bambini fiorentini”
Nel giro dei prossimi due o tre anni l'iniziativa farà vive “gratuitamente a ogni bambino fiorentino l’esperienza unica e privilegiata che in passato era riservata ai soli figli dei granduchi e ai loro compagni di giochi”, spiega il direttore degli Uffizi Eike Schmidt .
“Ci auguriamo che sia il preludio di una collaborazione sempre più proficua e sempre più stretta tra Comune e Ministero dei beni culturali – aggiunge la vicesindaca e assessora all’educazione Cristina Giachi – per favorire lo sviluppo nei cittadini e cittadine più giovani di un vero senso di appartenenza del nostro patrimonio culturale”.