Intanto, sono state realizzate 19 copie dei reperti piu’ significativi, che potranno dunque essere toccati dai non vedenti e dagli ipovedenti che vorranno scoprire il fascino di Shawbak, riemersa dalle sabbie del deserto meridionale della Giordania.
Sono inoltre state realizzate didascalie in braille delle opere esposte e dieci immagini tattili raffiguranti la cartografia della Transgiordania. ”E’ molto importante – sottolinea il presidente provinciale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Firenze Antonio Quatraro – che l’Universita’ di Firenze si sia fatta carico del problema dell’accessibilita’ per i non vedenti.
Il fatto poi che nel titolo della mostra ci sia la parola ‘frontiera’ ci porta a fare un parallelismo, che non e’ azzardato come puo’ sembrare in un primo momento. Anche noi disabili visivi rappresentiamo infatti un territorio di frontiera. Ma la frontiera rappresenta si’ un limite, che pero’ puo’ essere anche superato’.
Percorso per disabili visivi alla mostra “Da Petra a Shawbak”
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