mercoledì, 20 Novembre 2024
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Scavi ai Nuovi Uffizi, tra scheletri ed epidemie

Proseguono i lavori di scavo nell'area sottostante al salone di lettura della Biblioteca degli Uffizi, il ''vicolo dell'oro'', che vedono impegnate ben 3 soprintendenze.

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Grazie al lavoro del Polo Museale, dei Beni architettonici e dei Beni archeologici, sono emerse novità sia archeologiche che antropologiche relative a un cimitero del V-VI secolo d.C., in cui sono stati ritrovati circa 60 scheletri. Il carattere straordinario dell’evento, oltre ai ritrovamenti in sé, sta nel fatto che i lavori sono stati svolti, in circa 5 mesi, senza creare alcun disagio ai fiorentini e ai turisti, notoriamente attratti dalla Galleria degli Uffizi: non sono mai state soppresse le visite al Museo, che è rimasto aperto per tutta la durata degli scavi. 

NOVITA’ ARCHEOLOGICHE. Sono stati rinvenuti limi e sabbie fluviali, che testimonierebbero come quest’area, a sud del circuito murario romano, fosse periodicamente occupata dal fiume, che vi depositava i sedimenti. Si potrebbero ipotizzare delle frequentazioni sporadiche dell’Arno, legate alle sue fasi di “secca” e caratterizzate da scarichi di materiale di risulta; tali “visite” si interruppero, presumibilmente, quando l’area venne adibita a necropoli (per l’appunto intorno al V-VI secolo). La collocazione del cimitero sopra un rilievo nei pressi del fiume, in una zona che era pur sempre oggetto di inondazione nelle fasi di maggiore portata, e la posizione dei corpi (affiancati testa-piedi, talvolta scomposti), sono chiari indizi che le sepolture, realizzate in fretta, probabilmente erano dovute all’insorgere di un’epidemia. Persa la memoria del cimitero, poi, l’area viene nuovamente usata come zona di scarico dei materiali di risulta fino a che, approssimativamente tra il XII e il XIII secolo, venne edificata e urbanizzata, poiché forse si avvertì la necessità di nuovi spazi per la popolazione in crescita. Infine, grazie all’intervento vasariano, il quartiere venne in gran parte sventrato, per far posto al nuovo corpo di fabbrica destinato ad accogliere le Magistrature Granducali.

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NOVITA’ ANTROPOLOGICHE. Dagli scavi è emersa la fotografia istantanea di un’immane catastrofe che colpì Firenze in epoca alto medievale. Dalle tumulazioni, frettolose e numerosissime, emerge quella situazione di emergenza che, se non altro, ha contribuito al celebre periodo di decadenza della città e alla sua quasi scomparsa dalla storia. Escluse le possibilità di eccidio e di morte per stenti, collegabili alle varie invasioni barbariche, rimane la sola possibilità di una moria imponente e rapida. La cronologia della necropoli risulterebbe compatibile con quella della Peste Giustinianea. Adesso, in collaborazione con un laboratorio di paleogenetica dell’Università di Mainz, gli studiosi cercheranno di determinare quale sia stato l’agente patogeno responsabile della peste, analizzando ossa e denti dei defunti.

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