La serie di mostre tocca anche questa volta musei diversi, proponendo sei argomenti che attraversano lo spazio e il tempo, dall’antichità al Rinascimento al Barocco. I temi dell’Antico, dell’Umanesimo, dei Medici del Quattrocento sono esaltati nella mostra Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici. Messe a dialogare con le opere d’arte, le gemme del Rinascimento rivelano quanta forza ispiratrice si sprigionava da quei minuscoli capolavori, grazie alla maestria degli artefici in grado di competere con gl’intagliatori dell’antichità imperiale, all’arcano potere simbolico dei soggetti, alle virtù magiche delle pietre. Alla mostra è affidato anche l’omaggio al Botticelli nel V centenario della morte. Un’altra ricorrenza, l’anniversario del Caravaggio (1610) ha ispirato la mostra duplice, che presenta la rivisitazione dei capolavori caravaggeschi e di un movimento ai quali i Medici e le grandi famiglie dedicarono attenzioni appassionate. A partire da quei primi folgoranti dipinti del Caravaggio che il cardinal Del Monte donò al Granduca Ferdinando I – la Medusa e il Bacco – giunsero a Firenze pitture e pittori che fecero della città una “capitale caravaggesca”. Tra la Galleria degli Uffizi e la Palatina sono esposti capolavori del Merisi, pitture potenti, immagini di oscuri interni di mano dei Gentileschi, Honthorst, Stomer e di tanti altri, italiani e stranieri, a specchio di un collezionismo di levatura europea. Con Vinum nostrum, in collaborazione con il “Museo Galileo”, archeologia e scienza si affiancano alle arti per presentare la viticoltura e il vino, uno dei più ampi e antichi fenomeni della civilizzazione. La cultura del bere, che tuttora mobilita ingegni e risorse, attraversa i popoli e le epoche dell’area mediterranea innescando una creatività sempre nuova. Alla Galleria dell’Accademia, la Virtù d’Amore introduce il visitatore all’universo privato delle camere nuziali del Quattrocento fiorentino, densamente ornate di arredi artistici. Immagini tratte dalla storia e dalla mitologia popolano cassoni, deschi e spalliere prestigiosi, oggi dispersi nei musei del mondo. Dipinte da grandi maestri o da pittori abili e piacevoli, queste scene formano un colorato e vivace repertorio che “mette in scena” modelli di virtù e storie d’amore, fatti storici e tragedie, per istruzione e ammonimento della coppia. Le relazioni internazionali della dinastia dei Medici sono alla base della mostra dedicata (anche con la Réunion des Musées Nationaux) a Enrico IV di Francia, assassinato nel 1610. Il re, marito di Maria de’ Medici, fu commemorato in San Lorenzo facendo dipingere i fatti della sua vita a vari artisti fiorentini: una serie unica al mondo, grazie alle cure degli antichi “custodi”, ora esposta alle Cappelle Medicee dopo i recenti restauri. Concluso il restauro curato dall’Opera di Santa Maria del Fiore con i Friends of Florence giungono al Bargello, dopo una mostra ad Atlanta, i tre grandi bronzi cinquecenteschi di Giovanfrancesco Rustici con la Predica del Battista, provenienti dal Battistero. Vi ebbe un ruolo Leonardo da Vinci, vicino di casa e mentore del giovane scultore? La nuova visibilità delle splendide statue permette di approfondire questa ipotesi, che appare ormai molto convincente
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