“Le difese dei due indagati – scrive il gip nelle sue motivazioni – sono talmente inverosimili e contrarie ad intercettazioni del tutto palesi che danno contezza della scarsa consapevolezza da parte degli stessi di quanto gli si contesta, essendosi limitati a difese settoriali, non tenendo conto dell’inquietante contesto che emerge dagli oltre due anni di intercettazione”.
“Le dichiarazioni di innocenza di entrambi gli indagati oltre ad essere del tutto prive di riscontri sono in netto ed insanabile contrasto con le emergenze processuali” prosegue Lupo. “Tale atteggiamento di totale chiusura nei confronti delle ipotesi accusatorie da parte di tutti gli indagati è sintomo evidente che il loro sodalizio e la loro solidarietà sono ancora intatte e che, pertanto, in considerazione dei legami profondi con soggetti di livello istituzionale elevato e la capacità (specie per Balducci) di manipolare i fatti e addirittura i mass media, il pericolo non solo di inquinamento probatorio ma anche di recidiva è alquanto elevato”. Vengono quindi confermate le “considerazioni in materia di esigenze cautelari espresse nell’ordinanza […] anche con riferimento al pericolo di fuga” e “di inquinamento probatorio”.
Riguardo alla posizione individuale dei due indagati, il gip rileva che “Balducci non solo viene direttamente contattato da De Piscicelli ma lo chiama lui stesso invitandolo a casa, inoltre partecipa alle riunioni con Fusi e viene contattato dall’onorevole Verdini; e’ comunque lui a nominare tra gli altri De Santis membro della Commissione di collaudo per la Scuola marescialli”.
“Balducci – aggiunge Lupo -, contrariamente a quanto sostiene, ha un ruolo nella vicenda Cerruti”: secondo l’ipotesi accusatoria, infatti, Cerruti sarebbe stato segnalato all’impreditore fiorentino Riccardo Fusi come legale da nominare per sbloccare la vicenda della scuola Marescialli dei carabinieri. Una parte del compenso erogato da Riccardo Fusi all’avvocato Guido Cerruti sarebbe stata in realtà destinata ai funzionari della Ferratella come ricompensa per il promesso riottenimento del cantiere della Scuola.
Riguardo a Piscicelli, il gip ha invece osservato che “anche il diritto a difendersi mentendo ha dei limiti, oltrepassati i quali la menzogna e comunque la reticenza ‘sostanziale’ alle domande – che vengono ignorate o fuggite con argomentazioni suggestive e evanescenti – diventano, in costanza di elementi investigativi forti, come nel caso di specie, elemento a carico”.
Il giudice ha inoltre ritenuto di non poter concedere gli arresti domiciliari ai due indagati per via del “coinvolgimento (sia pure a vario titolo) di familiari (in questa vicenda le mogli hanno un ruolo che, se non penalmente rilevante, è alquanto importante essendo ben inserite nel sistema di cui conoscono i dettagli ed anzi se ne avvantaggiano in modo palese”.