Al mercato di piazza Dalmazia il giorno dopo la strage i banchi sono rimasti quasi tutti chiusi, in segno di lutto per l’uccisione di Samb e Diop: “solidarietà alla comunità senegalese”, si legge sui cartelli affissi dai negozianti e dagli ambulanti.
FIORI E CANDELE. Sul luogo dell’agguato molti cittadini si fermano per posare un fiore o un cero. Altri lasciano lettere e messaggi, scritti in diverse lingue. Nei commenti della piazza c’è costernazione e incredulità: “è assurdo quello che è successo, erano persone che lavoravano senza fare del male a nessuno – spiega un’anziana signora che abita nelle vicinanze – vedevo i due ragazzi quasi ogni mattina, erano gentili e spesso acquistavo da loro”.
“DAL 2001 E’ CAMBIATO QUALCOSA”. Sayed, un ragazzo egiziano amico di Samb, è venuto a pregare per i due senegalesi: “gli italiani non sono razzisti, assolutamente – ci tiene a precisare – ma devo dire che negli ultimi tempi le cose stanno un po’ peggiorando. Vivo in Italia da 15 anni, ma dal 2001 qualcosa è iniziato a cambiare – continua – quando parlo arabo nell’autobus, c’è sempre qualcuno che mi guarda male. La responsabilità – secondo Sayed – è anche dei media che mostrano solamente la ‘faccia brutta’ degli stranieri”.
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Foto di Antonio Rettura
GESTO RAZZISTA. “E’ stato un gesto criminale mosso dalla xenofobia, e non solo dalla follia – ne è sicuro uno dei commercianti che era a pochi metri dagli spari al momento dell’agguato – spero che questo fatto terribile serva almeno a fare comprendere che certe ideologie che fomentano l’odio razziale portano soltanto a tragedie di questo genere”.