venerdì, 19 Aprile 2024
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Bistecca e sushi a braccetto in Oltrarno

Viaggio tra San Frediano e Santo Spirito, cuore della tradizione fiorentina. L’offerta sta cambiando, e accanto alle osterie tipiche stanno spuntando ristoranti da ogni angolo del mondo. ''Non dipende dalla crisi''.

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Ci sono un giapponese, un brasiliano, un cinese, un pakistano e qualche indiano. No, non è l’inizio di una barzelletta. È la “nuova” offerta gastronomica e alimentare dell’Oltrarno.

FIANCO A FIANCO. San Frediano e Santo Spirito, cuore della tradizione fiorentina, vedono da alcuni anni a questa parte nuovi attori nell’ambito della ristorazione e della vendita di generi alimentari e take away. Accade così che borgo San Frediano, insieme a via dei Serragli, diventi il cuore della multietnicità, dal semplice kebab al ristorante giapponese, passando per la rosticceria cinese e non solo. Ma i ristoranti tipici fiorentini, che cosa ne pensano di questi nuovi “concorrenti”? Tommaso Santoni, cuoco di “Tamerò”, nuovo locale di piazza Santo Spirito, è uno dei sostenitori della tesi che il cibo avvicini la gente e le culture: “In questi i anni il modo di mangiare è cambiato: prima a Firenze potevamo incontrare solo osterie e ristoranti tipici, oggi abbiamo una grande varietà di culture alimentari. La bistecca non passerà mai di moda, ma grazie alla multiculturalità ci sarà sempre più scelta tra i generi alimentari. E questo è un fattore positivo per Firenze”.

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MULTICULTURALITA’. C’è chi pensa invece che la cucina fiorentina vada tutelata maggiormente. Stefano, titolare di Sant’ Agostino 23, spiega: “Non vedo i ristoranti multietnici come concorrenti, vedo solo un po’ troppa confusione: con quest’offerta troppo variegata si rischia di trascurare il ‘made in Florence’, seguendo l’onda del ‘cosa va di moda mangiare’. Ben venga la multiculturalità, ma l’Oltrarno, culla della tradizione e della fiorentinità, andrebbe protetto”. Oltre ai ristoranti ci sono poi i minimarket, spesso gestiti da stranieri. “Per quanto riguarda i ristoranti sono assolutamente favorevole – dice Giulio, amante della cucina etnica – anzi, vorrei che aprisse al più presto un ristorante senegalese, sono pazzo della loro cucina! Quanto ai minimarket, invece, credo che ce ne siano troppi”.

RICHIESTE. Chi porta avanti un discorso ancora diverso è Valentina Borgogni, socia del ristorante napoletano O’Munaciello: “Da fiorentina doc, gestendo un ristorante che offre ai clienti cucina e pizza napoletana, sono tra le prime ad affermare che ‘diverso e nuovo è bello’. Ma nel nostro caso rimaniamo comunque nell’ambito della cultura culinaria italiana – spiega Valentina – per quanto riguarda l’ascesa dei ristoranti multietnici, non credo che il loro successo dipenda dalla crisi. La realtà è che le richieste cambiano, gli italiani si stanno aprendo alla cucina multietnica e i ristoratori, italiani o stranieri che siano, si adeguano”. E comunque anche i paladini della cucina “made in Florence” non sembrano troppo preoccupati da queste novità: “Fino a quando lo storico Sabatino di San Frediano, appena prima della porta, rimarrà aperto e non aumenterà i prezzi – commenta uno di loro – la tradizione e la qualità fiorentina saranno salve”.

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