Bottiglie, rifiuti e alghe in superficie: questo il modo in cui si è presentato l’Arno nel corso del soprallugo sul fiume effettuato dalla commissione ambiente del consiglio comunale di Firenze.
“INCIVILTA'”. “Le bottiglie in un fiume misurano lo stato di inciviltà di alcune persone, non la qualità dell’acqua”, ha commentato l’assessore all’Ambiente Caterina Biti. “Quello che ho visto stamattina è un Arno in discrete condizioni – sottolinea l’assessore – e con i problemi di siccità e le elevate temperature che hanno caratterizzato i mesi passati, credo davvero che ci possiamo dire soddisfatti dello stato del nostro fiume. A chi dice che la qualità dell’acqua non si può valutare ad occhio, dico che ha proprio ragione: ci vorrebbero delle analisi per sapere quello che c’è o non c’è nell’Arno. Tuttavia ci sono ‘indicatori’ di salute dell’acqua che sono visibili ad occhio nudo: le piante acquatiche di cui tanto abbiamo parlato in questi mesi sono proprio uno di questi. Le piante acquatiche, infatti, come gli alberi sulla terra ferma, sono grandi mitigatori ambientali e produttori di ossigeno. I pesci dell’Arno questa estate avrebbero sofferto moltissimo se non fossero ‘esplose’ le piante che hanno rinfrescato e ossigenato l’acqua con la loro presenza. Vogliamo dire che anche chi frequenta giornalmente il fiume da anni può essere considerato un ‘indicatore’ di salute delle acque!? Credo di sì: in questo senso i renaioli che ci hanno accompagnato e guidato nel sopralluogo, ci hanno detto che l’acqua negli anni è tanto migliorata. Da cosa lo sentono? Dalle loro mani: anni fa, ci raccontavano, dopo una giornata con le mani a contatto con l’acqua avevano le mani secchissime, come dopo avere lavato i piatti con i detersivi peggiori senza guanti. Da anni ciò non accade più. Ultimo ‘indicatore visibile’: i tanti uccelli acquatici che sono tornati sulle rive dell’Arno”.
“FIUME PULITO”. Per l’assessore un’unica nota negativa: “Le bottiglie lanciate dalle spallette dentro il fiume – spiega – Rimane ferma la condanna per chi ha la mancanza totale di senso civico, unico responsabile di questo degrado. La normativa ci dice che quei rifiuti sono nel demanio fluviale; sono raccolti e portati via come rifiuti solidi urbani da Quadrifoglio nel momento in cui sono portati in luoghi raggiungibili per i mezzi, come da contratto di servizio con il Comune. Ciò accade almeno due volte l’anno, quando i consorzi di bonifica tagliano le sponde”. “L’Arno è un fiume pulito, è un fiume sano ed è interesse di questa amministrazione, di questo assessorato farlo vivere sempre di più dalla città – conclude l’assesore Biti – queste non sono parole alate, ma fatti sui quali ci confrontiamo e misuriamo giornalmente con gli altri enti, le associazioni e i cittadini”.