Arrivano novità in Toscana per l’accatastamento di camini, stufe e caldaie a legna, pellet e cippato: una legge regionale cambia la normativa per il censimento degli impianti a biomasse, a pochi giorni della scadenza per presentare la “denuncia”. Decade l’obbligo di presentare questi documenti, non ci saranno multe, ma chi vorrà godere del bonus regionale per la sostituzione dei caminetti, dovrà fare comunque la dichiarazione e inserire gli impianti nell’apposito registro. La novità è stata introdotta dal Consiglio regionale della Toscana che il 24 luglio ha approvato a maggioranza le modifiche alle legge 9 del 2005, che appunto disciplinava l’accatastamento. Si chiude così dopo un anno la vicenda che aveva provocato uno strascico di polemiche.
La normativa della Regione Toscana: chi deve fare l’accatastamento per camini, stufe e caldaie
Allora cosa cambia? Secondo la normativa regionale toscana sull’accatastamento, il censimento dei camini, delle stufe e delle caldaie a legna presenti nelle abitazioni, che riguarda i generatori di calore alimentati a biomasse (legna, pellet e cippato) con potenza utile nominale inferiore ai 10 kW e per cui era stata fissata la scadenza al 31 luglio 2024, non è più obbligatorio per i cittadini. Di conseguenza non verranno applicate multe se non si farà la dichiarazione.
Il registro per camini, stufe e caldaie a legna resterà però attivo. Se si vorranno richiedere i contributi regionali per riqualificare vecchi generatori alimentati a biomassa, bisognerà denunciare la presenza di questi impianti. Per chi vuole godere del bonus, l’accatastamento riguarda in particolare:
- i caminetti aperti, chiusi e inseriti
- le stufe e le caldaie che usano biomasse legna, pellet, cippato
Il censimento non riguarda le cucine economiche, ossia le stufe dedicate soltanto alla cottura dei cibi e non collegate all’impianto di riscaldamento. Sono esclusi i camini dismessi (ossia quelli che ormai sono soltanto elementi di arredo); quelli che rappresentano l’unica fonte di riscaldamento per l’abitazione e quelli che si trovano in abitazioni fornite di un sistema di riscaldamento condominiale. In questi casi per accedere ai contributi della Regione Toscana – sarà sufficiente un’autodichiarazione compilando un modulo pdf e inviandolo via mail.
Le multe per chi non si mette in regola con le norme per l’efficienza energetica
La misura era stata introdotta per creare un “catasto” dei generatori di calore a biomasse e valutarne così l’impatto sull’inquinamento dell’aria, a seguito di due procedure di infrazione avviate dall’Unione Europea per lo sforamento dei livelli di polveri sottili e biossido di azoto. La situazione più critica in 14 comuni ella Valdinievole e della Lucchesia. Secondo le stime scientifiche infatti un caminetto a legna emette 840 grammi di polveri sottili (Pm 10) ogni giga joule di energia prodotta, contro i 760 di una stufa a legna e i 29 di una pellet. Una caldaia a metano si ferma a 0,2 grammi. In altre parole, a parità di energia prodotta un camino inquina come 4.200 caldaie. L’introduzione dell’obbligo però aveva generato polemiche.
Fin qui le modifiche alla normativa toscana sull’accatastamento di camini e stufe alimentate a legna. Restano le sanzioni per chi non adegua alle prescrizioni in materia di efficienza energetica gli impianti alimentati a biocombustibile solido, di potenza utile nominale maggiore o uguale ai 10 chilowatt. Se non verrà fatto si rischierà una multa da 500 a 3000 euro. La “potenza nominale” è quella dichiarata dal fabbricante: basta quindi controllare sulla documentazione rilasciata dall’installatore.
Come fare l’accatastamento di camini e stufe: censimento sul sito della Regione Toscana
Per chi vuole fare questo censimento dei camini e delle stufe a legna la procedura è tutta online ed è possibile registrare gratuitamente (o meglio, come si dice in gergo “accatastare”) questi impianti collegandosi al sito www.siert.regione.toscana.it, il portale regionale sull’Efficienza Energetica della Regione Toscana. L’accesso è con Spid o CNS (ad esempio la tessera sanitaria attivata per i servizi digitali). Chi riscontra problemi durante la procedura informatica o ha bisogno di informazioni può chiamare il numero verde 800 15 18 22 oppure chiedere aiuto a uno sportello dell’ARRR, l’Agenzia Regionale Recupero Risorse a cui spettano i controlli in questo campo (qui gli indirizzi degli uffici in Toscana).