Daniele Franceschi è morto il 25 agosto 2010 nel carcere francese di Grasse in circostanze poco chiare. La madre: ”Perchè i dubbi sui sanitari dell’ospedale affiorano solo ora?”.
DUBBI. ”Quello che mi hanno raccontato sono solo bugie, è un vero mistero la morte di mio figlio: perchè solo adesso affiorano i dubbi sui sanitari dell’ospedale francese?”. A parlare è Cira Antignano, la mamma di Daniele Franceschi morto il 25 agosto 2010 nel carcere francese di Grasse in circostanze non chiare, commentando l’incriminazione di un medico e di due infermieri del penitenziario dove il viareggino era rinchiuso. Il prossimo 2 maggio la donna sarà davanti all’Eliseo per uno sciopero della fame.
IL CASO. Nel marzo del 2010 Daniele Franceschi, carpentiere viareggino di 31 anni, divorziato e con un figlio di 9 anni, si era recato in Costa Azzurra per una vacanza assieme a degli amici. Il gruppo ha deciso una sera di tentare la sorte ad un casinò, ma quando Franceschi si è avvicinato al banco per pagare le fiches con la carta di credito, il personale ha notato delle irregolarità e ha avvertito la gendarmeria. L’italiano è stato condotto in carcere a Grasse, nell’entroterra di Cannes, in circostanze ancora da chiarire al meglio. Durante i mesi di detenzione alla madre di Franceschi sono arrivate molte lettere dove venivano contestati soprusi e violenze subite dal giovane in carcere. Gli sarebbero state rifiutate le cure anche durante un attacco di febbre alta. E il 25 agosto dello stesso anno, Daniele Franceschi è morto nella sua cella, ufficialmente per “arresto cardiaco”. I familiari hanno appreso la notizia solamente dopo 3 giorni. Alla madre e alla sorella del viareggino morto in carcere, che si sono recate di corsa a Nizza appena saputo della morte del ragazzo, non è stato concesso di vedere il corpo.