Il consiglio comunale ha bocciato la delibera per la commissione di indagine sulla vicenda di Castello. Nella seduta di ieri, il Consiglio ha respinto la proposta di delibera per “l’istituzione commissione di indagine su atti e procedure relativi agli interventi urbanistici e di pianificazione riguardanti l’area di Castello”, che era stata proposta da Ornella De Zordo (Unaltracittà/Ualtromondo), Anna Nocentini (Rifondazione Comunista), Bianca Maria Giocoli, Paolo Amato, Gabriele Toccafondi, Jacopo Bianchi, Enrico Bosi, Massimo Pieri, Marco Stella (FI-PdL), Mario Razzanelli (Udc), Riccardo Sarra, Jacopo Cellai, Stefano Alessandri e Giovanni Donzelli (AN-PdL).
I voti contrari alla delibera sono stati 25, quelli favorevoli 13, mentre due sono stati gli astenuti e il presidente del consiglio comunale non ha votato.
“In un momento in cui senza dubbio le istituzioni rappresentative vivono una forte crisi, vorrei dire ai consiglieri comunali di non contribuire a questa crisi, e di non aumentare la auto-delegittimazione di questo consiglio”: questo è stato il commento del sindaco Leonardo Domenici. “Visto che tutti gli atti urbanistici, a cominciare dalle delibere relative a Castello ha continuato il primo cittadino – sono ampiamente passate negli anni da questo consiglio, dalle sue commissioni, dal confronto in aula; visto che la adozione della variante è avvenuta addirittura nel precedente consiglio, il 22 marzo 2004, ed è stata approvata il 17 gennaio 2005; visto quindi che di tempo per discutere ce n’è stato parecchio, verrebbe da chiedere: ma cosa avete fatto, se sentite oggi il bisogno di una commissione di indagine su vostro stesso operato? Ci sono forse degli atti che non conoscete? Qui bisogna andare oltre al fumo della retorica. Tutti gli atti sono accessibili non solo dai consiglieri ma da tutti i cittadini, sono sulla rete civica del Comune”.
“Tutti gli atti sono tutti passati dal consiglio comunale – ha concluso Domenici – cosa vuole fare il consiglio, vuole indagare su se stesso? E’ una domanda che vi invito a porvi, poiché non mi sembra che da nessun punto di vista una iniziativa di questo genere serva a creare fiducia nel tipo di lavoro che viene svolto in questa sede. Io ho sempre cercato di svolgere il mio ruolo nel pieno rispetto delle prerogative di tutti, a cominciare dall’opposizione. Capisco che avvicinandosi il momento della campagna elettorale, possano scattare altri elementi. Ma vi rivolgo un invito: cerchiamo di mantenere un livello di confronto accettabile, nell’interesse in primo luogo della città. Facciamo quest’ultimo tratto di percorso insieme con un dibattito anche aspro, ma stando bene attenti a non sollevare inutili polveroni. Perché gli inutili polveroni ricadono prima di tutto su chi li solleva, e non sono un vantaggio per la nostra città”.
E non sono mancate le reazioni dei consiglieri dell’opposizione. “La maggioranza non ritiene che si debba fare chiarezza attraverso i lavori di una commissione consiliare di indagine, che nulla ha a che fare con i procedimenti giudiziari in corso, e che potrebbe essere lo strumento con cui il Consiglio e la città intera può fare chiarezza su una vicenda così lunga e complessa come quella di Castello. Sarebbe stato un elemento utile alla trasparenza attivare un luogo istituzionale in cui ricostruire le premesse, le motivazioni e i passaggi più o meno lontani di un iter iniziato ben prima del già lontano 1996″, ha detto Ornella De Zordo, capogruppo di Unaltracittà/Unaltromondo.
“Il sindaco Domenici invece afferma che tutto è chiaro su Castello e rifiuta a priori la Commissione speciale di indagine, sostenuto oltre che dai cosiglieri del PD anche da quelli del PdCI, Verdi e della Sinistra – ha continuato De Zordo – molti esempi smentiscono questa affermazione, a partire dalle variazioni di destinazione d’uso e dalla valorizzazione dell’area grazie agli insediamenti pubblici di Provincia e Regione, sollecitati proprio dal Comune di Firenze, per proseguire con lo scomputo degli oneri di urbanizzazione per la realizzazione del parco, “fiore all’occhiello” di tutta l’operazione Castello, che quindi non costerebbe niente alla Fondiaria, ma che potrebbe essere cancellato con l’eventuale costruzione dello stadio grazie all’emendamento della giunta al Piano Strutturale. Vari altri passaggi meriterebbero di essere approfonditi. Inquietante la pochezza delle argomentazioni contrarie alla Commissione e la fretta di voler chiudere ogni apertura verso la trasparenza”.
«Questa città soffre l’assenza di un maturo bipolarismo di alternanza. Ne pagano le conseguenze tutti i fiorentini che chiedono chiarezza e trasparenza”, ha dichiarato il consigliere Giovani Donzelli (AN-PdL). “Due assessori della sua giunta sono indagati – ha aggiunto l’esponente del centrodestra – la maggioranza rifiuta la commissione d’indagine e il sindaco nel proprio intervento parla di ‘aria fritta’. Comprendo l’imbarazzo, ma dal dibattito di oggi la maggioranza e il sindaco hanno perso due occasioni. La prima quella di permettere l’istituzione di una commissione d’indagine sui temi dell’urbanistica, la seconda quella di fare vera chiarezza durante il dibattito in consiglio comunale. Dovrebbe essere interesse di tutti quello di impegnarsi per migliorare la trasparenza delle scelte dell’amministrazione, non comprendo il comportamento della maggioranza e del sindaco. Forse si ritengono così al di sopra del giudizio degli elettori e dei fiorentini da potersi permettere anche questo atteggiamento”.
“Un’occasione perduta. Il sindaco e la sua maggioranza perdono un’occasione preziosa per portare in città un po’ di trasparenza. Era un momento ideale per dimostrare che non c’è nulla da nascondere, anzi, perché l’attuale maggioranza poteva chiarire la sua posizione ancor prima del giudizio della magistratura, ma così non è stato”: questo, invece, il commento di Mario Razzanelli, capogruppo dell’Udc.
“Il sindaco – ha aggiunto l’esponente dell’opposizione – ha detto che di “Castello” se ne parla anche troppo da dieci anni a questa parte, e non c’è nessuna necessità di approfondirlo o ridiscuterlo ulteriormente. Il sindaco appoggia poi la tesi del capogruppo del PD Alberto Formigli secondo il quale il consiglio comunale è l’unico l’organo deputato a parlare dell’argomento. Ma tutti noi sappiamo che quando il 1 dicembre prossimo verrà approvato il piano strutturale non sarà possibile alcuna “seria discussione” e verrà approvato così com’è. Ancora una volta la trasparenza e la partecipazione sono due vocaboli con cui il sindaco e la sua maggioranza si riempiono volentieri la bocca, ma sono agli antipodi del loro modo di operare”.