L’assessore alla politiche socio sanitarie, ha proposto che un’area del cimitero di Trespiano di Firenze, venga destinata alla sepoltura dei feti, compresi quelli abortivi. La proposta è stata approvata dalla giunta di Palazzo Vecchio. Una decisione definitiva verrà presa dal Consiglio di Palazzo Vecchio, ma tra i partiti è già polemica.
UNA VERGOGNA. “Questo regolamento è una vergogna per Firenze. Questo nuovo regolamento di polizia mortuaria varato dalla giunta non avrà mai il mio voto in Consiglio comunale”. Lo annuncia l’onorevole Tea Albini, consigliera del Pd di Palazzo Vecchio. L’assessore non ritiene opportuno paragonare aborti terapeutici alla morte di un bambino. ”Una città con radici profondamente laiche come Firenze non può accettare un regolamento come questo che seppur previsto dalla legge, è inaccettabile dal punto di vista del libero arbitrio. Mi auguro che Firenze alzi forte la sua voce affinché questa offesa contro la dignità della donna non venga perpetuata”, conclude Albini.
”IL VALORE DELLA VITA”. Reazione totalmente opposta arriva dal consigliere comunale del Pdl, Francesco Torselli “Oggi a Firenze è stato segnato un passo fondamentale verso il riconoscimento dei feti abortiti come veri e propri esseri umani. Permetterne la sepoltura all’interno dei cimiteri significa di fatto questo e di ciò va ringraziata questa amministrazione comunale – conclude Torselli- Fino ad oggi li abbiamo sentiti chiamare in tutte le maniere possibili, da ‘ammassi di carne’ a ‘grumi di cellule’, da oggi finalmente saranno chiamati col loro nome: bambini”.
LA LEGGE 194. Per Spini, la sepoltura dei feti è inaccettabile e chiede che il Pd faccia chiarezza. “Inaccettabile che Firenze sia l’apripista contro la legge 194. Inaccettabile il nuovo regolamento di polizia mortuaria là dove si introduce il diritto alla sepoltura dei feti (compresi i prodotti abortivi e i prodotti del concepimento) prevedendo la realizzazione di un’area a ciò destinata all’interno del cimitero di Trespiano”. Il capogruppo onorevole Valdo Spini aggiunge poi “Non è accettabile che Firenze debba essere l’apripista di una concezione siffatta, destinata peraltro a ribadire le polemiche e rialzare gli steccati piuttosto che ad agire in positivo su questo delicato tema per la riduzione degli aborti stessi. La nostra opposizione in consiglio comunale sarà quindi molto ferma come fermo è il nostro appello al Partito Democratico perché intervenga a fare chiarezza su questo tema così importante e delicato.” Ma Stefania Saccardi risponde che “Il seppellimento dei feti Saccardi è previsto da una normativa nazionale, il dpr 285/90, che prevede la possibilità che feti mai nati per aborti terapeutici o altre cause possano essere inumati. L’aborto volontario, fatto di norma entro il novantesimo giorno della gestazione, non c’entra perché in quel caso l’embrione viene aspirato e non viene riconsegnato”. “La nostra – continua Saccardi – è una scelta di libertà: non vogliamo intaccare la dignità delle donne ma anzi dar loro la possibilità, se lo vogliono, di non lasciare il feto all’ospedale – dove verrà incenerito – ma di dargli sepoltura e avere un luogo dove pregare per un bambino che avrebbero voluto e che non è mai nato. E’ una norma di civiltà”.
‘‘UN REGOLAMENTO OFFENSIVO”. Ma per il consigliere Tommaso Grassi, il nuovo regolamento cimiteriale è un’offesa alle donne che hanno già sofferto con l’interruzione di gravidanza. Commentando “Così il Comune si erge a giudice, e le fa sentire diverse e criminali: ci chiediamo per quale motivo la Giunta Renzi ha deciso di proporre questa ennesima provocazione. Presenteremo sicuramente un emendamento per l’abolizione del settimo capoverso dell’articolo 26 del regolamento, che tratta appunto di ‘feti che non siano stati dichiarati come nati morti, di prodotti abortivi e di prodotti del concepimento’, un vero e proprio insulto per una città, come Firenze, che ha fatto della laicità e della difesa del diritto all’autodeterminazione delle donne, oggetto anche del referendum nel 1981, una propria bandiera da sempre.”
DE ZORDO. La capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo ha affermato che sia la Giunta Renzi sia la destra, vogliono la sepoltura dei ”bambini mai nati”. “Dopo Manduria, Agrigento, Milano (sindaco Moratti) e Roma, Firenze è la prima città amministrata dal centro-sinistra a veder approvato dalla Giunta comunale la realizzazione di un cimitero dei “bambini mai nati” – ha commentato la De Zordo- Il nuovo Regolamento di Polizia mortuaria approvato dalla giunta di Palazzo Vecchio prevede infatti la sepoltura “dei prodotti abortivi e dei prodotti del concepimento”, a cui verrà dedicata particolare e apposita area all’interno del Cimitero di Trespiano. Questa decisione contrasta nettamente con la legge 194 sull’aborto perché si basa sul concetto che un feto è una persona, con tutte le conseguenze giuridiche oltre che culturali che esso comporta. Inoltre finisce inevitabilmente per colpevolizzare le donne che già affrontano una scelta per loro dolorosissima e che abortendo non compiono solo una scelta legittima ma esercitano un loro diritto.
GLI ANTIABORTISTI. E su gli antiabortisti la De Zordo afferma ”Non è un caso che la norma contenuta nel Regolamento approvato dalla Giunta di Firenze piaccia molto agli antiabortisti, dato che ha una forte valenza ideologica pro-life, e surrettiziamente tende a disincentivare il ricorso all’aborto assistito. Ricordiamo alla Giunta che l’interruzione assistita della gravidanza è stata una conquista difficile che ha strappato i corpi della donne dalle mani di mammane e medici che praticavano aborti nell’illegalità e che su quei corpi lucravano”. E conclude ”Ma forse per la Giunta di Firenze conta far contente le gerarchie della Chiesa cattolica, che da sempre colpevolizzano un momento doloroso per le donne come quello della scelta di abortire”. E da qui l’appello ”Chiediamo alla Giunta di ripensarci e nel frattempo annunciamo che daremo battaglia in Consiglio comunale presentando emendamenti al Regolamento, e che lavoreremo a fianco di quella società civile che vede moltissime persone, donne e uomini, battersi in questa città, per l’autodeterminazione e la laicità”.