Una maratona web contro la manovra. E’ quella organizzata oggi dalle sezioni toscane di Uncem, Anci e Legambiente. Sindaci, parlamentari e cittadini a confronto.
MOBILITAZIONE. La mobilitazione continua – spiegano gli organizzatori dell’evento, una no-stop iniziata questa mattina e che andrà avanti fino al tardo pomeriggio nella sede fiorentina dell’Uncem – perché le risposte del Governo sono assolutamente insufficienti rispetto alle richieste avanzate dai Comuni. La matarona – che si svolge proprio mentre a Roma si continua a discutere della manovra – è realizzata attraverso l’utilizzo di più mezzi tecnologici (videoconferenze, web, social network, microwebtv, ecc…), con l’intervento e il confronto di sindaci dei piccoli comuni di tutta Italia, parlamentari, esponenti nazionali di Anci e Uncem, consiglieri regionali e rappresentanti del mondo del volontariato.
LA MANOVRA. “Le correzioni della manovra introdotte (ieri, ndr) non ne cambiano la natura – continuano gli organizzatori – è in aperta collisione con la garanzia di autunomia che la Costituzione dà a Enti locali e Regioni. Insiste con tagli ingiusti che colpiranno servizi essenziali per cittadini e famiglie. Non favorisce la crescita ma avrà invece un effetto recessivo, pesante sulle imprese e sul lavoro”.
TAVOLO DI CONFRONTO. Insomma, una levata di scudi contro le ultime decisioni del Governo. “L’Italia siamo noi – concludono gli organizzatori – noi rappresentiamo davvero i cittadini e le comunità locali e continueremo la mobilitazione fino a che il governo non aprirà un tavolo di confronto con Regioni, Province e Comuni. Noi vogliamo fare la nostra parte nell’obiettivo del risanamento del Paese ma non a danno della qualità della vita delle nostre Comunità”.
INTERVENTI. Alla manifestazione, tra i tanti che sono intervenuti, erano presenti il presidente di Uncem Toscana Oreste Giurlani, l’onorevole Ermete Realacci, il coordinatore dei piccoli comuni Anci Toscana Pierandrea Vanni, il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti e il presidente di Aduc Vincenzo Donvito.
REALACCI. “Cancellare i piccoli comuni è pura follia – afferma Ermete Realacci (PD) primo firmatario della legge a favore dei comuni sotto i 5000 abitanti, che oggi partecipa all’iniziativa – .Chi pensa di governare questo paese tagliando queste realtà, vuol dire che ignora come è fatta l’Italia. In un momento di crisi è profondamente sbagliato pensare di fare cassa sradicando le nostre radici, indebolendo la coesione con i territori, strappando le comunità. Un conto è ridurre gli sprechi e voler ottimizzare le risorse con servizi comuni, altra cosa annullare senza nessuna visione del futuro i piccoli comuni che costituiscono un patrimonio dell’Italia e custodiscono territori, saperi e tradizioni unici”.
BARONTI. “I piccoli comuni sono una rete di partecipazione democratica alla politica e alle attività che si svolgono sul territorio – afferma Piero Baronti Presidente di Lagambiente Toscana -. Nei piccoli comuni c’è una parte importantissima del nostro patrimonio storico-artistico-culturale e allo stesso tempo c’è imprgno per la propria comunità. C’è coesione sociale e attività nel volontariato. Nei piccoli comuni lo stipendio medio di un dipendente è la metà di quello di un dipendente ministeriale. Sindaci e assessori ricevono contribti talmente irrisori che non sono neppure paragonabili ai rimborsi spese. I tagli che si vogliono fare – conclude Baronti – sono misure che non producono risparmi ma solo disagi per chi vive nei territori della cosiddetta piccola grande Italia”.
GIURLANI. “Quest’oggi abbiamo voluto creare una vera e propria piazza virtuale per una mobilitazione virtuale – afferma il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – . Vogliamo mantenere alta la mobilitazione anche perché siamo ancora nel caos ed ogni minuto la manovra cambia. Vogliamo battere un colpo e far sapere a chi sta facendo la manovra la posizione delle amministrazioni e dei cittadini. Voglio ribadire che continuiamo ad essere preoccupati, questa manovra economica rappresenta un vero e proprio attacco viscerale al sistema delle autonomie locali, che sono invece garanzia di welfare e democrazia per i cittadini. Per questo motivo è importante pensare ad una riforma istituzionale che ragioni in termini di funzionalità, sussidiarietà e razionalizzazione dei costi e delle funzioni, ma che coinvolga al tempo stesso ogni livello istituzionale, attraverso un processo partecipativo e democratico che metta al centro i cittadini e i loro diritti”.