domenica, 4 Maggio 2025
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Costa Concordia, la verità di Schettino a Canale 5: ”Voglio metterci la faccia”

Il comandante della nave naufragata davanti all'isola del Giglio la notte del 13 gennaio rivive quella tragedia e racconta la sua versione al programma ''Quinta Colonna''. ''Io non volevo sfidare nessuno, c'è una differenza tra un inchino e un passaggio, quello doveva essere un passaggio ravvicinato all'isola''.

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Ha rivissuto quella tragica notte, ha raccontato la sua versione dei fatti. Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia nella tragica notte tra il 13 e il 14 gennaio, ha parlato a “Quinta Colonna”, il programma di Canale 5 condotto da Salvo Sottile. Schettino è stato intervistato da Ilaria Cavo: ecco alcune delle sue affermazioni.

“VOGLIO METTERCI LA FACCIA”. Il comandante ha raccontato perché ha deciso di parlare di quella tragica notte. “Perché per prima cosa voglio metterci la faccia, perché credo sia mio preciso dovere spiegare come sono andati gli eventi in quanto questa vicenda è articolata e complessa secondo il mio punto di vista, ognuno ha la sua verità, non è sicuramente la verità assoluta, ma credo sia un mio preciso dovere visto che un po’ tutto il mondo è stato coinvolto direttamente o indirettamente in questa vicenda, credo sia un mio preciso dovere fare questo anche se non ne avrei tanta voglia di parlare, sinceramente lo faccio come dovere morale verso il pubblico, la mia intenzione non è di far cambiare idea al pubblico, perché ognuno ha la propria idea e la rispetto”.

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L’INCHINO. Schettino ha poi detto la sua sul presunto inchino che quella notte la nave avrebbe fatto davanti al Giglio. “Io non volevo sfidare nessuno – ha raccontato – abbiamo programmato una navigazione a mezzo miglio e basta, quindi mezzo meglio per me era una distanza accettabile per fare un saluto, altrimenti non l’avrebbero manco visto, manco sentito. C’è una differenza tra un inchino e un passaggio, quello doveva essere un passaggio ravvicinato all’isola, perché in caso di inchino noi generalmente si riduce la velocità, si va a distanza ravvicinata, si scelgono le carte giuste per fare l’inchino a una certa distanza dalla terra, se fosse stato programmato un vero e proprio inchino non sarebbe successo niente”.

“ANCHE IO VITTIMA”. Ma come si sente oggi Schettino? “Sicuramente io non posso essere felice per quello che è successo – spiega a Quinta Colonna – il mio cordoglio più sincero va alle persone che purtroppo non ci sono più. Il danno economico sicuramente ci sta, i danni  sono per le perdite, per le persone che sono state colpite nei loro affetti e alla fine sicuramente per l’azienda e per il comandante della nave che poi è stato vittima di tutto questo sistema”. Insomma, anche lui si considera una vittima di quanto successo.

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LA NAVE CHE AFFONDA. Cosa ha provato davanti alla scena della nave che affondava? “Io avrei voluto sorreggerla con le mani, onestamente però non mi è stato possibile, l’unica cosa che ho fatto, ho preso il cellulare e ho chiamato immediatamente i soccorsi”, dice.

Il caso. Schettino, intervista esclusiva a Mediaset. E scoppia la polemica

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