L’iniziativa è partita dalla scuola internazionale “Lorenzo de’ Medici”, istituto che è la sede italiana di 25 fra college e università pubbliche americane, in collaborazione con la Cooperativa Agricola di Legnaia, con l’avvio di un corso dedicato a “Eco-gastronomia: cibo sostenibile”.
Le lezioni, divenute un vero cult fra gli studenti a stelle e strisce che studiano a Firenze, spaziano da lezioni di carattere globale, come l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, biodiversità e energie alternative, a appuntamenti dedicati alla riscoperta di sapori perduti, cibi tradizionali, colture locali e mercati contadini, tenuti dagli esperti della Cooperativa Agricola di Legnaia.
“C’è un grande interesse – spiega Simone Tofani, responsabile dell’Area tecnica della Cooperativa Agricola di Legnaia – per la riscoperta di colture e cibi tradizionali. Le lezioni sono molto frequentate e fra gli studenti americani c’è voglia di scoprire la realtà tradizionale di un paese molto lontano dal loro. E’ la riscoperta del ‘piccolo è bello’, rispetto a una cultura e a un’economia che predilige grande distribuzione e prodotti selezionati non tanto per freschezza e qualità, quanto per la durata sugli scaffali. Certo, siamo su una scala produttiva molto diversa, ma l’idea delle coltivazioni biologiche, dei prodotti freschi di stagione e del ritrovare sapori e qualità locali si inserisce alla perfezione in stili di vita corretti e eco-sostenibili”.
“L’iniziativa è piaciuta molto – riconosce la professoressa Annalisa Nardi, responsabile del corso che si volge nelle aule di piazza Strozzi – e nasce dalla volontà di coniugare offerta formativa in linea con quella delle università americane con la realtà locale che i ragazzi si trovano a vivere nel loro soggiorno fiorentino. Quest’anno ai corsi classici, che spaziano fra arte, grafica, matematica, storia, cucina e quant’altro, abbiamo aggiunto quello dedicato a ‘Eco-gastronomia: cibo sostenibile’. Un impulso forte a queste tematiche, non possiamo negarlo, è arrivato proprio da Michelle Obama, che con il suo orto biologico alla Casa Bianca, ha posto l’attenzione sulla qualità dell’alimentazione e sull’ambiente, risvegliando la coscienza americana, troppo spesso alle prese con cittadini sovrappeso o con problemi di alimentazione. In una società tendenzialmente disgregata, riscoprire le realtà contadine, i mercati degli agricoltori e i prodotti locali, costituisce anche un momento di aggregazione e condivisione che unisce. I ragazzi sono affascinati dai nostri mercati agricoli e dalla riscoperta della stagionalità dei prodotti e delle varietà locali di piante, frutti o ortaggi per l’alimentazione umana. Varietà magari penalizzate perché poco commerciabili, ma molto spesso più buone e vero trait d’union col territorio”.