L’attività illecita prevedeva la costituzione di un impresa attiva nel settore della produzione di articoli di pelletteria, per poi farla cessare dopo un anno circa di attività e quindi costituire una nuova azienda. Ogni volta venivano cambiate le iniziali della ditta che si presentava sul mercato come un nuovo soggetto giuridico. Tutte le imposte maturate dalla ditta cessata non erano pagate all’Erario.
La donna cinese, che amministrava occultamente le società, era registrata come “dipendente”, ma in realtà aveva uno studio dedicato all’interno della ditta in cui intratteneva rapporti con clienti e fornitori. Per meglio cancellare ogni indizio, una volta chiusa una ditta, procedeva anche alla distruzione di tutta la contabilità, tentando così di sfuggire a qualunque controllo fiscale e impedendo il pignoramento dei beni a fronte del mancato versamento delle imposte.
I militari hanno provveduto a denunciare all’autorità giudiziaria fiorentina, oltre all’imprenditrice cinese, anche i 3 soggetti prestanome ed il ragioniere che la assisteva nelle operazioni. È stato anche ricostruito il patrimonio mobiliare ed immobiliare della donna ai fini di un sequestro a garanzia dei crediti erariali: ne fanno parte in particolare un immobile ad Empoli dal valore di circa 320.000 euro e due auto di grossa cilindrata.