sabato, 20 Aprile 2024
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Firenze riprende a crescere

La popolazione residente nella provincia fiorentina ha ripreso a crescere con l'arrivo del nuovo millennio, dopo un calo costante avvenuto tra il 1980 e il 2000. Molto del merito è dovuto a mamme straniere. Lo dice lo studio sulla natalità, realizzato da Irpet, presentato a Palazzo Medici Riccardi.

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La popolazione della provincia di Firenze torna a crescere. A dirlo è lo studio realizzato da Irpet presentato oggi a Palazzo Medici Riccardi, sulla natalità e sulle caratteristiche delle mamme fiorentine. Firenze, dopo Prato, risulta la provincia toscana a più elevata fecondità: ma sempre più importante è il contributo delle mamme non italiane.

La popolazione residente aveva visto un calo costante tra il 1980 e il 2000: poi ha ripreso a crescere nella prima parte degli anni 2000. Alla fine del 2007 il numero dei residenti è comunque solo leggermente superiore (+2%) a quello che si registrava nel 1970 e ancora inferiore a quello del 1980(-2%). Spiega lo studio che la costante perdita di popolazione nella provincia, registrata tra 1980 e 2000, è il risultato della combinazione tra fortissimo calo della fecondità avvenuto tra 1975 e 1985, con il conseguente “crollo” del numero delle nascite, e attenuazione del flusso migratorio dalle regioni meridionali del paese.

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La ripresa del numero di residenti, iniziata alla fine degli anni ’90, si è realizzata grazie all’immigrazione dall’estero, fenomeno emerso con forza in seguito alla regolarizzazione del 2002 e successivamente per l’ingresso di nuovi paesi nell’Unione Europea (in particolare la Romania passati dai circa 1.900 di fine 2002 a circa 12.500 a fine 2007). Il saldo migratorio della provincia con le altre aree toscane è infatti negativo (le cancellazioni superano le iscrizioni) e con le altre regioni è pressoché nullo. Solo la componente migratoria dall’estero garantisce una crescita dei residenti (tra 2000 e 2007 si sono registrati 76mila ingressi netti dall’estero e una perdita di 18mila residenti verso le altre province toscane e italiane)

Anche l’aumento della fecondità (da circa 1 figlio per donna nel 1995 a 1.3 nel 2006) e la conseguente ripresa del numero di nati è dovuto alle donne immigrate (numero medio di figli per donna italiana: 1.1, straniera: 2.2, peso delle donne straniere tra 20 e 44 anni nella provincia a fine 2007 pari a 15.2%). Osservando la differenza tra il numero di nati nell’anno 2006 e nel 1995, anno del minimo storico, si vede come in provincia di Firenze su un aumento di 1.481 nati solo 350 sono di nazionalità italiana e ben 1.131 sono di nazionalità straniera (nati stranieri su totale nel 2007 pari al 18% peso che cresce ancora se consideriamo i nati da madre straniera pari 21% nel 2006) .

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Poi c’è l’età delle mamme che, assieme al titolo di studio e alla condizione professionale, è uno dei fattori che più influenza il comportamento riproduttivo di una donna, oltre ad essere la caratteristica demografica che è più cambiata dalla metà degli ’70 a oggi. Nella provincia di Firenze l’età media delle donne al parto nel quinquennio 2002-2006 è 32.6 anni (31 per il primo figlio), superiore di un anno alla media toscana. Inoltre, nella provincia di Firenze il 35.4% dei nati nel quinquennio 2002-2006, contro il 31.8% regionale, ha una madre con più di 34 anni.

Le donne immigrate hanno figli a una età più bassa delle italiane e hanno, in media, più figli: se la quota di italiane nella provincia di Firenze che nel quinquennio considerato ha avuto il suo terzo figlio o successivo è stata del 7.4%, per le straniere la percentuale sale all’11.5%. Quanto al titolo di studio e alla occupazione, nella provincia di Firenze più di un bambino su tre tra i nati nel periodo 2002-2006 aveva una madre in possesso di un titolo di studio universitario. La maggioranza di loro (75%) era anche occupata.

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Lo studio rivela anche come l’istruzione e l’occupazione delle donne hanno una forte influenza sullo loro scelte riproduttive, soprattutto perchè ritardano la nascita del primo figlio. Osservando infatti l’età media delle donne al primo figlio si vede come vi sia un aumento di circa tre anni passando dal diploma di scuola media inferiore a un diploma universitario, così come tra non occupate e occcupate . Essere occupata porta anche a una riduzione del numero di figli per cui si osserva una netta riduzione della quota di donne al loro terzo o successivo figlio tra casalinghe (15%) e occupate (7%).

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