mercoledì, 24 Aprile 2024
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I dieci anni dell’Incubatore tecnologico di Firenze

Un convegno sui dieci anni dell’Incubatore tecnologico di Firenze: in questo lasso di tempo sono stati analizzati 220 domande e 160 progetti e sono state create 48 startup.

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“Gli incubatori potenziano le professionalità e le energie dei giovani che escono dalle università, danno un supporto materiale e di servizi alle nuove imprese che nascono e accelerano il loro turn over. E’ più che mai opportuno insistere su questo fronte perché per sconfiggere la crisi economica dobbiamo creare le migliori condizioni possibili perché nascano nuove imprese”. Lo ha detto il vicesindaco Dario Nardella, intervenendo al convegno sui dieci anni dell’Incubatore tecnologico di Firenze. L’iniziativa si è svolta in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, con la partecipazione tra gli altri del presidente della Camera di Commercio Vasco Galgani, del presidente di Confindustria Firenze Simone Bettini e di Lorenzo Petretto, direttore dell’Incubatore e della Scuola di Tecnologie Industriali che gestisce la struttura.

L’INCUBATORE. L’Incubatore è nato nel 2004 nei locali della sede di via della Sala, a Firenze Nord, con l’obiettivo di facilitare la nascita e l’avvio nel territorio fiorentino di progetti di impresa innovativi. La struttura fornisce da un lato percorsi di formazione manageriale, servizi e consulenze, mentre dall’altro mette a disposizione infrastrutture tecnologiche e multimediali (15 spazi fisici di lavoro, sale riunioni e servizi di segreteria condivisi per oltre mille mq totali). Nel 2011 l’Incubatore si è poi ampliato con il Parco urbano dell’innovazione nel complesso delle Murate con nove nuovi spazi dedicati alle imprese operanti nel settore delle tecnologie per i beni culturali.

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OBIETTIVI. Il principale obiettivo dell’Incubatore fiorentino è quello di dare a tutti la possibilità di provare a sviluppare un progetto di impresa offrendo i servizi di base necessari allo sviluppo dell’idea di business e alla valutazione della sua fattibilità. Da qui le attività di formazione, mentoring e networking attivate per garantire la possibilità di provare a fare imprese aiutando i primi passi e facilitando l’ingresso di altre strutture capaci di supporto anche nella fase di finanziamento e investimento. Per accedere alle strutture c’è un bando e alcune call specifiche per la valutazione dei candidati e dei progetti. Il ciclo di attività prevede una fase di ‘preincubazione’, dove viene studiato il progetto e la sua relativa fattibilità sia economica che commerciale; l’incubazione vera e propria, quando il progetto diventa azienda e viene ospitato dentro la struttura; e la fase di aggregazione, con l’avvio dell’uscita dalla struttura.

NUMERI. In dieci anni sono state analizzate 220 domande e 160 progetti e sono state create 48 startup, di cui 6 sono oggi iscritte nel registro delle imprese innovative della Camera di commercio. Alle Murate sono nate 9 imprese spin off di grandi imprese. Le aziende e i progetti presenti nella struttura hanno fatturato in 10 anni 7,2 milioni di euro, con un fatturato medio di 48 mila euro a progetto. Il 76% dei progetti opera nei settori dell’Information tecnology, il 17% nel Green Tech. L’Incubatore ha impiegato a vario titolo, tra soci, dipendenti e collaboratori dei progetti, oltre 500 persone. “La crisi – ha sottolineato Nardella – è dovuta non solo al fatto che le aziende chiudono ma anche al fatto che non se ne creano delle nuove. Il turn over, positivo in sistemi economicamente sani, non riesce in Italia a potenziare il dinamismo e a produrre nuova linfa. Per questo è così importante agevolare la creazione di nuove imprese, soprattutto in settori strategici come quelli dell’innovazione tecnologica, anche applicata all’ambiente e ai beni culturali, e riuscire a incanalare e sfruttare le energie dei giovani laureati”. “Le istituzioni – ha concluso – devono fare la propria parte dando supporti e facilitazioni. Questo è un segmento su cui insistere per far nascere nuova impresa e per coltivare la voglia di rischiare e di scommettere”.

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