martedì, 23 Aprile 2024
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I sindacati dicono “no” alle aperture festive. E chiedono più garanzie

La conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sede regionale della CGIL ha ribadito un deciso “no” nei confronti della proposta di apertura dei negozi prevista per il prossimo 1° Maggio 2011 e ha evidenziato la necessità di attuare una concertazione per giungere ad una soluzione condivisa il più largamente possibile.

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La conferenza stampa che si è tenuta questa mattina presso la sede regionale della CGIL ha ribadito un deciso “no” nei confronti della proposta di apertura dei negozi prevista per il prossimo 1° Maggio 2011 e ha evidenziato la necessità di attuare una concertazione per giungere ad una soluzione condivisa il più largamente possibile.
 

SINDACATI. A dire “no” alle aperture domenicali di troppo e a difendere il diritto dei lavoratori di “fare festa” il 1° maggio prossimo, sono stati, questa mattina, Carlo di Paola della FISASCAT CISL, il segretario della UILTUCS Toscana Pietro Baio, il segretario generale della FILCAMS CGIL Roberto Betti e Barbara Orlandi della FILCAMS CGIL Toscana.
 

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BETTI. Il primo ad intervenire è stato Roberto Betti che ha messo in evidenza l’inutilità di aprire i negozi il 1° maggio e le domeniche di troppo, quelle previste dalla legge regionale sono infatti ventidue, al solo scopo di dare una risposta alla crisi e di rilanciare i consumi. “La crisi non può essere affrontata lasciando aperti i negozi un giorno in più perché in questo modo la piccola distribuzione ne risentirebbe a causa della dispersione della manodopera, mentre questo meccanismo gioverebbe, invece, alla grande distribuzione; insomma, lavorare durante i giorni festivi non aiuta i consumi che, oltretutto, negli ultimi tre anni solo calati del 7,5% in tutta Italia”, ha detto.

RICATTI. Altro elemento importante che è emerso nel corso della discussione è stato quello dei possibili ricatti che possono venire fatti a tutti quei lavoratori precari che potrebbero rifiutarsi di lavorare nei giorni festivi; poiché più deboli e con meno garanzie rispetto ad altri, potrebbero essere ricattabili dai dirigenti e dai datori di lavoro.

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FIRME. Proprio allo scopo di far cessare queste situazioni imbarazzanti nelle quali possono ritrovarsi da un momento all’altro i lavoratori precari, sono state raccolte, da maggio scorso fino  all’inizio dell’estate, 50mila firme per mettere fine allo “sfruttamento dei lavoratori” nei giorni festivi e per permettere alle famiglie di godere delle feste insieme ai loro cari.

DI PAOLA. Il breve intervento di Carlo Di Paola ha posto la questione dell’importanza dei valori che devono essere portati avanti e difesi: “il 1° maggio è un valore che è stato conquistato a grande fatica dai lavoratori e, come tale, deve essere difeso. Risulta, così, di vitale importanza discutere sulle prospettive di sviluppo e sulla proposta, da parte della Regione, di un modello più sostenibile del commercio, volto alla cultura e non solo ai consumi, che difenda i più deboli e i valori civili”.

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BAIO. Anche il segretario della UILTUCS Toscana, Pietro Baio, si è dimostrato d’accordo nel sostenere il bisogno di una concertazione, di una discussione “che porti ad una soluzione condivisa il più presto possibile perché in questo modo c’è il rischio che, oltre ai 361 giorni l’anno durante i quali gli esercizi commerciali stanno aperti, l’amministrazione comunale decida di lasciare aperti i negozi anche per la festività di Santo Stefano”.

SANTO STEFANO. Questo “rumor” è stato portato all’attenzione del vicesindaco Nardella che, però, ha smentito la notizia per lo meno per quest’anno; fatto sta che il problema è stato posto di nuovo sul tavolo per la programmazione del 26 dicembre del 2011. “Per quest’anno non ci aspettiamo sorprese”, ha affermato Barbara Orlandi.

ORLANDI. Ed è proprio la FILCAMS GCIL Toscana, tramite Barbara Orlandi, a preoccuparsi delle condizioni di vita dei lavoratori e delle lavoratrici, chiedendo la garanzia della programmazione “che può essere raggiunta solamente attraverso lo strumento della concertazione”.

CARTOLINA. Per far capire e portare all’attenzione delle istituzioni il pensiero dei lavoratori, i vari sindacati hanno deciso di creare una cartolina divisa in quattro parti ognuna raffigurante le città che aderiscono all’iniziativa, riportando un pezzo della frase “La domenica preferiamo vivere. No alle aperture domenicali”.

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