Il 15 settembre gli studenti toscani tornano sui banchi di scuola. Ad entrare in classe, quest’anno, dalla materna alle superiori, saranno 446.357 allievi, circa 11mila studenti in più rispetto all’anno scorso. L’aumento degli iscritti è frutto di diversi fattori. Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, bisogna registrare un aumento demografico che ha portato ad un maggior numero di bambini presenti nelle scuole materne.
Cambia invece il discorso per la scuola superiore. L’aumento delle iscrizioni, infatti, in questo caso è dovuto principalmente alla scelta che compiono gli studenti delle regioni limitrofe di venire a studiare in Toscana e alla presenza di ragazzi stranieri o figli di genitori stranieri. Per l’anno scolastico 2008/2009 la presenza di studenti con cittadinanza non italiana si attesta intorno al 9,4% , un punto in percentuale in più rispetto all’anno scorso. Aumento delle iscrizioni anche per gli istituti tecnici che in questi anni avevano visto scendere vertiginosamente il numero dei giovani che vi si iscrivevano.
Auguri per il nuovo anno scolastico dall’assessore regionale all’istruzione Gianfranco Simoncini: “Colgo l’occasione non solo per fare gli auguri alla scuola toscana, ma a tutta la scuola italiana”. Come ha ricordato l’assessore Simoncini, negli ultimi tre mesi sono stati presi importanti provvedimenti per quanto riguarda il funzionamento della scuola italiana, come l’istituzione del maestro unico il ritorno delle 24 ore settimanali alle elementari. “Si tratta di una scelta sbagliata – ha commentato Simoncini – fatta da chi dice di mettere la scuola al centro dell’attenzione e poi colpisce uno dei suoi punti nevralgici, incurante delle conseguenze sia dal punto di vista didattico che da quello sociale. I cittadini devono sapere che, dal prossimo anno, i bambini di prima saranno riconsegnati alle famiglie a mezzogiorno e mezzo. Chi potrà, farà ricorso a doposcuola o a altre attività, chi non potrà permetterselo si affiderà alla tv o alla strada”.
Simoncini ha inoltre ricordato i tagli previsti decreto legge 112, circa 7 miliardi in meno di fondi destinati alla scuola e tagli di quasi 30 mila nel personale della scuola tra insegnati e Ata. Inoltre è prevista anche un’ipotesi di accorpamento degli istituiti con meno di 600 alunni. “Un ulteriore danno sociale – ha ribadito l’assessore- cha favorirebbe una tendenza, che la regione sta combattendo da anni, allo spopolamento della montagna e delle aree rurali. Non solo. Il rinnovamento della scuola italiana ha bisogno di investimenti, risorse, di un piano di edilizia scolastica che renda le scuole sicure e moderne, di laboratori e palestre. Non c’è un euro per questo, nonostante un risparmio di sette miliardi. Così alle sfide imposte dalla globalizzazione dell’economia e all’impellente esigenza di rendere più competitivo il nostro capitale umano, il nuovo governo risponde rispolverando vecchi istituiti che riportano il sistema scolastico pubblico indietro di 20 anni. Tutto questo fa pensare che davvero si stia perdendo il contatto con la realtà, scambio la necessità di riaffermare rigore e serietà nello studio – pure indispensabili – con un ritorno all’ordine tutto di facciata, che di fatto elude i vari problemi del paese”.